premessa
L’Intelligenza Artificiale sta rapidamente trasformando il nostro mondo, offrendo opportunità straordinarie ma anche nuove sfide. L’Italia, riconoscendo l’importanza di questa rivoluzione tecnologica, ha elaborato una strategia nazionale ambiziosa per posizionarsi all’avanguardia in questo campo.
Questa strategia mira a sfruttare le potenzialità dell’IA per migliorare la competitività del paese, la qualità della vita dei cittadini e l’efficienza della pubblica amministrazione.
In questo articolo, esploreremo i punti chiave della strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale, cercando di capire come il nostro paese si sta preparando per questa nuova era tecnologica e quali benefici possiamo aspettarci.
Dalla formazione nelle scuole all’innovazione nelle imprese, dalla ricerca all’avanguardia alla trasformazione della pubblica amministrazione, vedremo come l’Italia si sta attrezzando per cogliere le opportunità offerte dall’IA, garantendo al contempo la protezione dei diritti fondamentali e dei valori etici che ci contraddistinguono.
Lo scenario globale
L’Intelligenza Artificiale sta vivendo un momento di straordinario sviluppo a livello globale, catalizzando cambiamenti profondi nel nostro modo di vivere e lavorare.
Gli investimenti in questo settore sono in rapida crescita: solo nel 2022, le aziende hanno investito ben 189 miliardi di dollari in IA.
L’Intelligenza Artificiale in Italia
L’Italia si sta preparando ad abbracciare la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale con un mix di tradizione e innovazione. Il nostro paese, rinomato per la sua eccellenza manifatturiera e la creatività, vede nell’IA un’opportunità per rinnovare e potenziare questi punti di forza.
Le università italiane stanno facendo la loro parte, con oltre 160 corsi dedicati all’IA in 53 atenei. Abbiamo anche un Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale che sta formando i futuri esperti del settore. Tuttavia, c’è ancora molto da fare: siamo ancora indietro rispetto ad altri paesi europei in termini di competenze digitali diffuse e di adozione dell’IA nelle piccole e medie imprese.
La buona notizia è che il 78% delle aziende italiane prevede di utilizzare l’IA nel prossimo futuro. Questo potrebbe tradursi in nuovi posti di lavoro, prodotti innovativi e servizi più efficienti per tutti noi. Il governo sta lavorando per creare un ambiente favorevole all’innovazione, con iniziative come i Digital Innovation Hub che aiutano le imprese a digitalizzarsi. L’obiettivo è chiaro: far sì che l’Italia non sia solo un utilizzatore di tecnologie IA, ma un vero e proprio protagonista nella loro creazione e sviluppo.
Visione generale
L’obiettivo è ambizioso: non vogliamo solo usare l’IA, ma crearla a nostra immagine e somiglianza. Pensate a un’Intelligenza Artificiale che parli italiano, che capisca le sfumature della nostra cultura e che risponda alle esigenze specifiche del nostro sistema produttivo. Non si tratta solo di competitività economica, ma di preservare e valorizzare la nostra identità in un mondo sempre più digitale.
La strategia si concentra su settori chiave come il Made in Italy, la salute, l’educazione e la tutela del nostro straordinario patrimonio culturale e ambientale. L’idea è di usare l’IA per rafforzare ciò che ci rende unici: dalla moda all’agroalimentare, dal turismo all’artigianato di qualità.
Allo stesso tempo, c’è una forte attenzione al benessere sociale: l’IA non deve essere un lusso per pochi, ma uno strumento per migliorare la qualità della vita di tutti, specialmente delle fasce più deboli della popolazione. Si punta a creare un “Rinascimento digitale” italiano, in cui la tecnologia si fonde con la nostra ricca tradizione culturale e sociale per creare qualcosa di veramente unico e prezioso.
Settori e ambiti di pubblicazione
Nel settore del turismo, l’IA potrebbe rivoluzionare l’esperienza dei visitatori, offrendo tour virtuali personalizzati o assistenti digitali che parlano perfettamente il dialetto locale. Nel campo dell’agroalimentare, sistemi intelligenti potrebbero ottimizzare le coltivazioni, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità dei prodotti.
La Pubblica Amministrazione è un altro settore cruciale: immaginate di poter sbrigare pratiche burocratiche in pochi clic, grazie a sistemi IA che semplificano e velocizzano i processi. O pensate a scuole dove l’IA supporta gli insegnanti, offrendo percorsi di apprendimento personalizzati per ogni studente.
Non dimentichiamo il settore finanziario, dove l’IA potrebbe rendere i servizi bancari e assicurativi più accessibili e su misura per le esigenze di ciascuno. E nel campo della sostenibilità ambientale, l’IA potrebbe aiutarci a gestire meglio le risorse energetiche e a prevenire disastri naturali.
L’obiettivo è chiaro: usare l’IA non come fine a se stessa, ma come strumento per migliorare la qualità della vita, preservare il nostro patrimonio culturale e ambientale, e rendere l’Italia più competitiva a livello globale. È una sfida ambiziosa, ma che promette di trasformare il nostro paese in un vero e proprio laboratorio di innovazione a cielo aperto.
Ricerca
Nel cuore della strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale batte forte la ricerca scientifica.
Il nostro paese vanta già una solida tradizione nella ricerca sull’IA, con oltre 60 università ed enti di ricerca coinvolti. Ma non ci accontentiamo: l’obiettivo è diventare un vero e proprio faro dell’innovazione in Europa e nel mondo. Come? Investendo in progetti ambiziosi e “blue-sky”, cioè ricerche ad alto rischio ma con potenziali risultati rivoluzionari.
Un’iniziativa particolarmente entusiasmante è lo sviluppo di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) made in Italy. Pensate a un’IA che non solo parla perfettamente italiano, ma che comprende le sfumature della nostra cultura e del nostro modo di pensare. Questo potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendola più “umana” e accessibile a tutti.
Ma la ricerca non si ferma all’ambito accademico. L’Italia punta a creare ponti solidi tra università e imprese, trasformando le idee innovative in prodotti e servizi concreti.
Non dimentichiamo l’aspetto etico: la ricerca italiana sull’IA si distingue per l’attenzione ai valori umani e alla sostenibilità. L’obiettivo è creare tecnologie che non solo siano all’avanguardia, ma che rispettino i diritti fondamentali e contribuiscano al bene comune.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Immaginate una Pubblica Amministrazione efficiente, rapida e vicina ai cittadini. Sembra un sogno? L’Intelligenza Artificiale potrebbe renderlo realtà. La strategia italiana per l’IA vede nella PA un terreno fertile per l’innovazione, con l’obiettivo di trasformare radicalmente il rapporto tra cittadini e istituzioni.
Pensate a sportelli virtuali intelligenti disponibili 24 ore su 24, capaci di rispondere a domande complesse in modo chiaro e preciso. O a sistemi che analizzano enormi quantità di dati per prevenire frodi fiscali, garantendo un uso più equo e efficiente delle risorse pubbliche. L’IA potrebbe anche velocizzare pratiche burocratiche che oggi richiedono settimane, riducendole a pochi clic.
Ma non si tratta solo di efficienza. L’IA nella PA significa anche servizi più personalizzati e inclusivi. Immaginate assistenti virtuali che possono comunicare in diverse lingue o adattarsi alle esigenze di persone con disabilità. O sistemi che anticipano le necessità dei cittadini, proponendo servizi prima ancora che vengano richiesti.
La strategia prevede anche un’importante attenzione alla formazione. I dipendenti pubblici avranno l’opportunità di aggiornare le proprie competenze, diventando veri e propri esperti nell’uso dell’IA. Questo non solo migliorerà i servizi, ma creerà anche nuove e stimolanti opportunità di carriera nel settore pubblico.
Naturalmente, l’introduzione dell’IA nella PA solleva questioni importanti sulla privacy e sulla sicurezza dei dati. La strategia affronta questi temi di petto, prevedendo rigide misure di protezione e trasparenza. L’obiettivo è creare un’amministrazione pubblica non solo più efficiente, ma anche più affidabile e vicina ai cittadini.
l’IA nella Pubblica Amministrazione non è solo una questione di tecnologia, ma di visione. È l’opportunità di reinventare il rapporto tra Stato e cittadini, creando servizi pubblici del 21° secolo.
Imprese
L’Intelligenza Artificiale sta per rivoluzionare il mondo delle imprese italiane, dalle grandi industrie alle piccole botteghe artigiane. La strategia nazionale mira a trasformare l’IA da una tecnologia di nicchia a un motore di crescita per tutto il tessuto produttivo del paese.
Per le PMI, vero cuore pulsante dell’economia italiana, l’IA potrebbe essere una vera e propria svolta. La strategia prevede la creazione di “facilitatori”, esperti che aiuteranno le piccole imprese a comprendere e adottare soluzioni di IA su misura per le loro esigenze. Pensate a un artigiano che usa l’IA per creare design innovativi, o a un agricoltore che ottimizza le sue coltivazioni grazie a previsioni meteo ultra-precise.
Non si tratta solo di adottare tecnologie esistenti, ma di crearle. L’Italia punta a diventare un hub per lo sviluppo di soluzioni IA, con un occhio di riguardo per le start-up innovative.
La strategia affronta anche le preoccupazioni legate all’impatto dell’IA sul lavoro. L’obiettivo non è sostituire i lavoratori, ma potenziarli. Sono previsti programmi di formazione e riqualificazione per assicurare che nessuno resti indietro nella rivoluzione dell’IA.
Infine, c’è una forte attenzione all’etica e alla responsabilità. L’IA nelle imprese italiane dovrà rispettare valori fondamentali come la privacy, la trasparenza e la sostenibilità. L’obiettivo è creare un’innovazione che non solo generi profitti, ma che contribuisca al bene comune.
l’IA nelle imprese italiane non è solo una questione di tecnologia, ma di visione. È l’opportunità di reinventare il “Made in Italy” per il 21° secolo, combinando la nostra tradizione di eccellenza con le infinite possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale.
Formazione
L’Intelligenza Artificiale sta ridisegnando il panorama del lavoro e delle competenze, e l’Italia si sta preparando a questa rivoluzione con una strategia di formazione ambiziosa e innovativa. L’obiettivo? Assicurare che ogni italiano, dai bambini agli adulti, sia pronto per un futuro in cui l’IA sarà parte integrante della nostra vita quotidiana.
Per gli universitari, la strategia prevede l’integrazione dell’IA in tutti i corsi di laurea, non solo quelli tecnici. Un futuro avvocato potrebbe imparare come l’IA sta cambiando il diritto, mentre uno studente di lettere potrebbe esplorare come l’IA può essere usata nell’analisi dei testi letterari. L’obiettivo è creare una generazione di professionisti che non solo usano l’IA, ma che sanno pensare in modo critico sulle sue implicazioni.
Ma la formazione non si ferma all’università. In un mondo in rapido cambiamento, l’apprendimento continuo diventa cruciale. La strategia prevede programmi di “upskilling” e “reskilling” per i lavoratori, permettendo a tutti di aggiornare le proprie competenze e rimanere competitivi nel mercato del lavoro. Immaginate corsi online accessibili a tutti, o “academy” aziendali dove i dipendenti possono imparare le ultime novità dell’IA nel loro settore.
Non dimentichiamo i cittadini comuni. La strategia include campagne di sensibilizzazione e programmi educativi per adulti, con l’obiettivo di creare una “cittadinanza digitale” consapevole. L’idea è che tutti possano comprendere i benefici e i rischi dell’IA, partecipando attivamente al dibattito su come questa tecnologia debba essere sviluppata e utilizzata nella società.
La strategia di formazione sull’IA in Italia non mira solo a creare esperti tecnici, ma a preparare l’intera società per un futuro in cui l’Intelligenza Artificiale sarà onnipresente.
Rischi della strategia
Ogni grande opportunità porta con sé delle sfide, e la strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale non fa eccezione. È importante che tutti i cittadini siano consapevoli non solo dei potenziali benefici, ma anche dei rischi che questa rivoluzione tecnologica comporta.
Uno dei principali timori è quello del “non fare”. In un mondo che corre veloce, il rischio di restare indietro è concreto. L’Italia, storicamente cauta nell’adozione di nuove tecnologie, potrebbe perdere competitività se non abbraccia pienamente l’IA. Immaginate un’economia italiana che fatica a tenere il passo con i concorrenti internazionali perché troppo lenta nell’innovare.
Il divario digitale è un’altra preoccupazione. Se non gestita bene, l’IA potrebbe ampliare le disuguaglianze esistenti, creando un solco tra chi ha accesso a queste tecnologie e chi no. Immaginate una società a due velocità, dove solo chi ha determinate competenze può beneficiare pienamente dell’IA.
C’è anche il timore dell’impatto sul mondo del lavoro. Anche se l’IA promette di creare nuove opportunità, molti temono che possa sostituire posti di lavoro esistenti. La sfida sarà quella di garantire una transizione equa, dove nessuno viene lasciato indietro.
Infine, c’è il rischio dell’inefficacia. Una strategia ambiziosa come questa richiede una gestione attenta e flessibile. Il pericolo è che, nonostante gli sforzi, non si riescano a raggiungere gli obiettivi prefissati.
La buona notizia è che questi rischi sono stati identificati e la strategia include misure per affrontarli. L’obiettivo è creare un’IA “all’italiana”: innovativa ma rispettosa dei nostri valori, inclusiva e attenta alle esigenze di tutti. È una sfida ambiziosa, ma che potrebbe trasformare l’Italia in un modello di come l’IA può essere sviluppata in modo etico e responsabile.
IL RISCHIO DELL’OMOGEINIZZAZIONE
Il rischio dell’omogeneizzazione culturale è una sfida importante che l’Italia deve affrontare nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale. Immaginate un mondo in cui tutte le interazioni con l’IA avvengono con un accento americano o cinese, o dove le risposte ai problemi italiani vengono date attraverso una lente culturale straniera. Questo è il pericolo che stiamo cercando di evitare.
L’IA, soprattutto quella generativa, sta diventando sempre più presente nelle nostre vite. Dai chatbot che usiamo per il servizio clienti ai sistemi di traduzione automatica, queste tecnologie stanno plasmando il modo in cui comunichiamo e pensiamo. Se la maggior parte di questi sistemi viene sviluppata all’estero, c’è il rischio che inizino a influenzare la nostra cultura in modi sottili ma profondi.
Pensate, per esempio, a un’IA che non capisce le sfumature del dialetto toscano o che non sa come interpretare un gesto tipicamente italiano. O ancora, immaginate un sistema di IA che propone soluzioni a problemi sociali italiani basandosi su modelli culturali completamente diversi dal nostro.
Per contrastare questo rischio, la strategia italiana punta forte sullo sviluppo di sistemi di IA “made in Italy”. L’obiettivo è creare tecnologie che non solo parlino italiano, ma che “pensino” italiano. Questo significa incorporare nei sistemi di IA la ricchezza della nostra cultura, delle nostre tradizioni e del nostro modo di vedere il mondo.
Non si tratta solo di una questione di orgoglio nazionale, ma di preservare la diversità culturale in un mondo sempre più globalizzato. Un’IA che rispetta e valorizza le peculiarità italiane può essere uno strumento potente per rafforzare la nostra identità culturale, pur rimanendo aperti all’innovazione globale.
Un’IA “all’italiana” potrebbe non solo servire meglio i cittadini e le imprese del nostro paese, ma diventare anche un’esportazione di valore, portando un po’ della nostra cultura nel mondo attraverso la tecnologia.
IL RISCHIO DELL’IPERREGOLAZIONE NAZIONALE
Il rischio dell’iperregolazione nazionale è un tema delicato che richiede un attento equilibrio. Immaginate di dover navigare in un labirinto di norme e regolamenti ogni volta che volete sviluppare o utilizzare un’applicazione di Intelligenza Artificiale. Questo è lo scenario che la strategia italiana cerca di evitare.
L’Unione Europea sta già lavorando all’AI Act, un quadro normativo completo per regolare l’IA. Questo regolamento mira a garantire che l’IA sia sicura, etica e rispettosa dei diritti fondamentali. Ma cosa succede quando aggiungiamo ulteriori strati di regolamentazione a livello nazionale?
Il rischio è quello di creare un ambiente normativo così complesso da soffocare l’innovazione. Pensate a una start-up italiana che vuole lanciare un nuovo prodotto basato sull’IA. Se deve navigare tra regole europee, nazionali e magari anche regionali, potrebbe trovarsi in svantaggio rispetto ai concorrenti di altri paesi con normative più snelle.
D’altra parte, una regolamentazione troppo leggera potrebbe non proteggere adeguatamente i cittadini e le imprese dai rischi dell’IA. È un delicato atto di equilibrismo.
La strategia italiana propone un approccio intelligente. Invece di aggiungere nuove leggi, l’idea è di creare linee guida e percorsi agili per aiutare imprese e cittadini a navigare il quadro normativo esistente. Immaginate una sorta di “traduttore” che rende le complesse norme dell’UE comprensibili e applicabili nel contesto italiano.
L’obiettivo è creare un ambiente normativo che protegga i diritti dei cittadini e allo stesso tempo incoraggi l’innovazione. Un’IA “all’italiana” dovrebbe essere sicura ed etica, ma anche dinamica e competitiva a livello globale.
Questa sfida richiederà una collaborazione stretta tra governo, imprese e società civile. Ma se riusciremo a trovare il giusto equilibrio, l’Italia potrebbe diventare un modello di come regolare l’IA in modo efficace senza soffocare l’innovazione.
IL RISCHIO PER IL MONDO DEL LAVORO
Il timore che l’Intelligenza Artificiale possa “rubare” posti di lavoro è diffuso, ma la realtà è molto più sfumata e potenzialmente positiva. Immaginate un futuro in cui l’IA non sostituisce i lavoratori, ma li potenzia, creando nuove opportunità e trasformando il modo in cui lavoriamo.
È vero, alcuni lavori ripetitivi potrebbero essere automatizzati. Ma pensate a quante nuove professioni potrebbero nascere: esperti di etica dell’IA, specialisti in interazione uomo-macchina, data scientist specializzati in settori specifici come la moda o l’agroalimentare. L’IA potrebbe liberarci da compiti noiosi, permettendoci di concentrarci su attività più creative e gratificanti.
La strategia italiana riconosce questa sfida e propone soluzioni concrete. Un punto chiave è l’investimento massiccio in formazione e riqualificazione. Immaginate programmi di “upskilling” accessibili a tutti, che permettano a un operaio di diventare un tecnico specializzato in sistemi di IA per la produzione, o a un impiegato amministrativo di evolversi in un analista di dati.
L’obiettivo non è solo adattarsi al cambiamento, ma guidarlo. La strategia punta a creare un ecosistema in cui l’IA generi nuove opportunità di lavoro, specialmente nei settori in cui l’Italia eccelle. Pensate a un artigiano che usa l’IA per creare design innovativi, o a un agricoltore che diventa un esperto di agricoltura di precisione grazie all’IA.
Particolare attenzione è rivolta alle categorie più vulnerabili. Sono previsti programmi specifici per lavoratori più anziani o meno qualificati, per assicurare che nessuno resti indietro nella rivoluzione dell’IA.
La visione è quella di un futuro del lavoro in cui l’IA non è una minaccia, ma un alleato. Un futuro in cui la tecnologia migliora la qualità del lavoro, riduce lo stress e aumenta la produttività, permettendoci di concentrarci su ciò che ci rende veramente umani: la creatività, l’empatia e l’innovazione.
l’IA potrebbe non solo preservare, ma addirittura migliorare il mondo del lavoro italiano, rendendolo più dinamico, gratificante e adatto alle sfide del 21° secolo.
IL RISCHIO DEL DIGITAL DIVIDE
Il rischio del digital divide nell’era dell’Intelligenza Artificiale è una preoccupazione seria che la strategia italiana affronta di petto. Immaginate un’Italia a due velocità: da una parte, cittadini e imprese che sfruttano appieno i vantaggi dell’IA, dall’altra, chi resta indietro, escluso da queste opportunità. È uno scenario che vogliamo evitare a tutti i costi.
L’Italia parte già con alcune sfide: abbiamo un livello di digitalizzazione e competenze digitali inferiore alla media europea, con marcate differenze tra regioni e città. L’introduzione dell’IA potrebbe amplificare queste disuguaglianze se non gestita con attenzione.
Ma la strategia italiana vede in questa sfida un’opportunità. L’obiettivo è usare l’IA come leva per colmare i divari esistenti, non per crearli. Come? Attraverso un approccio inclusivo e capillare.
Corsi di alfabetizzazione digitale e IA disponibili in ogni comune, anche il più piccolo. O programmi di formazione online accessibili a tutti, progettati per essere fruibili anche da chi ha poca dimestichezza con la tecnologia. La strategia punta a creare una “democrazia dell’IA”, dove tutti hanno l’opportunità di comprendere e beneficiare di queste tecnologie.
Particolare attenzione è rivolta alle aree rurali e alle piccole imprese. Pensate a sportelli di supporto IA nelle Camere di Commercio locali, o a “facilitatori digitali” che girano per i piccoli comuni per aiutare cittadini e imprese a familiarizzare con l’IA.
Non si tratta solo di formazione, ma anche di infrastrutture. La strategia prevede investimenti per garantire una connettività adeguata in tutto il paese, perché l’IA non può funzionare senza una solida base digitale.
L’obiettivo finale è ambizioso: trasformare il rischio di digital divide in un’opportunità di crescita inclusiva. Un’Italia in cui l’IA non è un privilegio per pochi, ma uno strumento di empowerment per tutti, dalle grandi città ai piccoli borghi, dalle multinazionali alle botteghe artigiane.
IL RISCHIO DELL’INEFFICACIA
Il rischio dell’inefficacia è forse il più insidioso tra quelli che la strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale deve affrontare.
L’IA è un campo in rapida evoluzione, e questo rende particolarmente difficile pianificare a lungo termine. Una strategia che sembra all’avanguardia oggi potrebbe diventare obsoleta in pochi mesi. È come cercare di colpire un bersaglio in movimento, e in continua accelerazione.
Ma l’Italia ha un piano per affrontare questa sfida. La chiave è la flessibilità e il monitoraggio costante. Immaginate una strategia che si adatta in tempo reale, come un navigatore GPS che ricalcola il percorso quando incontriamo traffico imprevisto.
La strategia prevede un sistema di monitoraggio sofisticato, con indicatori chiari per ogni azione intrapresa. Non si tratta solo di numeri, ma di una valutazione continua dell’impatto reale delle iniziative. Pensate a un “cruscotto dell’IA” che permette di vedere in tempo reale come stanno andando i vari progetti in tutto il paese.
Un ruolo cruciale in questo processo lo giocherà la Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, un organismo indipendente che avrà il compito di coordinare e monitorare l’attuazione della strategia. Sarà come avere un “guardiano dell’IA” che veglia sul progresso del paese in questo campo.
Ma la vera forza di questo approccio sta nella sua natura partecipativa. Non sarà solo il governo a valutare l’efficacia della strategia, ma anche imprese, università e cittadini. Immaginate forum pubblici regolari dove si discute apertamente dei progressi e delle sfide dell’IA in Italia.
L’obiettivo è creare un ciclo di feedback continuo che permetta di aggiustare la rotta rapidamente quando necessario. In un campo così dinamico come l’IA, la capacità di imparare e adattarsi velocemente è fondamentale.
Questa attenzione all’efficacia non è solo una questione di buona gestione, ma di responsabilità verso i cittadini. Si tratta di assicurare che ogni euro investito nell’IA porti benefici concreti all’Italia.
Infrastrutture e coordinamento
Nel cuore della strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale batte un’idea ambiziosa: creare un’infrastruttura solida e un coordinamento efficace per far decollare l’IA nel nostro paese. Immaginate un’orchestra dove ogni musicista, dalle grandi imprese alle piccole start-up, dalle università ai centri di ricerca, suona in perfetta armonia. Questo è l’obiettivo che l’Italia si è posta.
Il primo pilastro di questa visione è la creazione di un “Patrimonio di Conoscenza Nazionale”. Pensate a una grande biblioteca digitale, ma invece di libri, contiene dataset e modelli di IA made in Italy. Questo tesoro di conoscenza sarà accessibile a tutti, dalle grandi aziende ai piccoli innovatori, creando un terreno fertile per nuove idee e applicazioni.
Ma i dati da soli non bastano. La strategia prevede anche il potenziamento delle infrastrutture di rete.
Al centro di tutto questo ci sarà la Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, una sorta di “direttore d’orchestra” che coordinerà tutte le iniziative. Questo ente avrà il compito di gestire il registro delle soluzioni IA, promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi intelligenti, e monitorare i progressi della strategia.
L’idea è creare un ecosistema dove ricerca, imprese e pubblica amministrazione collaborano strettamente.
Questo approccio coordinato non serve solo a evitare sprechi e duplicazioni, ma anche a creare una massa critica che possa competere a livello globale. L’obiettivo è ambizioso: trasformare l’Italia da semplice consumatore di tecnologie IA a vero e proprio protagonista nel loro sviluppo.
PATRIMONIO DI CONOSCENZA NAZIONALE: DATASET E MODELLI
Il governo italiano sta pianificando un’importante iniziativa per promuovere lo sviluppo e l’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale nel paese.
Il progetto prevede la creazione di un registro nazionale di dataset e modelli di IA, progettati secondo principi di trasparenza, equità ed affidabilità etica.
Questo registro mira a facilitare il riutilizzo delle risorse di IA da parte delle aziende italiane, accelerando così l’innovazione. L’iniziativa si concentrerà su tre aree principali: definire metodologie per garantire l’affidabilità dei dati, implementare una piattaforma tecnologica avanzata e applicare queste soluzioni in settori chiave di interesse nazionale.
Particolare attenzione sarà data alla protezione della privacy, con l’adozione di tecnologie all’avanguardia per la condivisione sicura dei dati. Il progetto coinvolgerà sia il settore privato che la pubblica amministrazione, promuovendo la standardizzazione e il riutilizzo di soluzioni sviluppate con fondi pubblici.
L’obiettivo finale è creare un ecosistema nazionale di competenze in IA, partendo da iniziative locali per poi espandersi a livello nazionale, affrontando le sfide legate alle diverse esigenze e capacità delle varie realtà del paese.
A.2 | INFRASTRUTTURE DI RETE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’incremento dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel medio periodo rischia di congestionare le attuali infrastrutture digitali di comunicazione, a causa del significativo aumento del traffico dati generato dalle moderne soluzioni tecnologiche.
Per affrontare questa sfida, si prevedono specifiche azioni strategiche volte a migliorare e ampliare l’infrastruttura di rete esistente, con particolare attenzione alle aree ad alta densità di traffico.
Tra le iniziative proposte, si promuoverà lo sviluppo di reti intelligenti capaci di adattarsi dinamicamente alla domanda in tempo reale.
Si favorirà inoltre la collaborazione tra settore pubblico e privato, incoraggiando operatori di rete e aziende tecnologiche a lavorare insieme per affrontare la congestione di Internet.
Questa partnership includerà incentivi per investimenti nelle infrastrutture e programmi congiunti di ricerca e sviluppo per soluzioni innovative.
Si punterà anche all’implementazione di soluzioni interoperabili per ridurre il carico di dati e mitigare la congestione, investendo nella standardizzazione di soluzioni di rete per tecnologie IA.
Infine, si promuoverà la consapevolezza e l’educazione sulla gestione responsabile dell’IA, incoraggiando le aziende ad adottare pratiche che riducano l’impatto sulla rete, come l’ottimizzazione degli algoritmi, la compressione dei dati e l’utilizzo di tecnologie di edge computing. Queste misure mirano a preparare l’infrastruttura di rete italiana per le future esigenze dell’IA, garantendo efficienza e prevenendo problemi di congestione.
FONDAZIONE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
SI propone la creazione di una Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, posta sotto il diretto controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questa Fondazione avrà la responsabilità dell’attuazione, del coordinamento e del monitoraggio delle iniziative legate all’IA in Italia.
Le principali funzioni della Fondazione includeranno:
La gestione e il mantenimento del registro delle soluzioni di IA, garantendo un equo compenso per i titolari dei diritti sui dati e contenuti utilizzati per scopi di lucro.
La promozione dello sviluppo e dell’adozione di sistemi di IA nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.
Il coordinamento di attività volte a identificare un’agenda di sviluppo in termini di competenze, strumenti, processi e prodotti, in collaborazione con tutti gli attori dell’ecosistema.
La promozione di iniziative di sensibilizzazione, specialmente per le PMI, sulle opportunità di business create dall’IA.
La definizione di criteri per la certificazione delle competenze digitali e di IA delle imprese.
La produzione di un documento annuale di previsione sull’utilizzo dell’IA nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.
La definizione e l’incentivazione di iniziative strategiche per l’applicazione industriale dell’IA.
La raccolta dei bisogni delle imprese nei diversi settori per le varie tecnologie.
Il coordinamento della valutazione di progetti per l’accesso a finanziamenti specifici per PMI e start-up.
Il supporto alla conformità normativa attraverso linee guida e best practices.
Il monitoraggio costante dello stato di avanzamento delle singole azioni e il raggiungimento dei target della strategia nazionale.
La Fondazione sarà finanziata attraverso un fondo dedicato, che potrà essere alimentato anche da ricavi provenienti dalle azioni stesse. Questo approccio mira a garantire la sostenibilità a lungo termine delle iniziative strategiche per l’IA in Italia.
Strategia per la ricerca
La visione d’insieme presentata delinea gli obiettivi e le strategie per potenziare la ricerca italiana nel campo dell’Intelligenza Artificiale (IA). L’obiettivo fondamentale è migliorare la qualità della vita delle persone e del contesto sociale attraverso l’IA.
Le sfide e le opportunità principali includono il mantenimento e l’intensificazione della competitività della ricerca italiana a livello internazionale, la promozione del trasferimento tecnologico dalla ricerca all’innovazione pratica, l’incoraggiamento della cooperazione internazionale (specialmente in ambito europeo), e l’attrazione di talenti dall’estero, nonché il favorire il rientro di talenti italiani.
Le strategie di investimento si concentrano sul supporto alla ricerca fondazionale in IA, sugli investimenti in ricerca blue-sky ad alto rischio e lungo termine, sulla promozione della sostenibilità ecologica, sociale, etica e legale, e sull’incentivazione della ricerca multidisciplinare e applicata in collaborazione con le imprese.
Gli obiettivi specifici comprendono il consolidamento di iniziative esistenti come il Partenariato Esteso sull’IA, il finanziamento di progetti interdisciplinari, l’esplorazione di progetti ambiziosi e ad ampio spettro, l’attuazione di un piano straordinario per attrarre e trattenere talenti, la valorizzazione della ricerca applicata attraverso partenariati pubblico-privati, la creazione di laboratori dedicati che coinvolgano imprese, università e centri di ricerca, e la focalizzazione su settori di maggior valore economico e sociale per l’Italia.
Questo approccio mira a creare un forte ecosistema nazionale che favorisca l’innovazione, supporti le eccellenze produttive italiane e crei un terreno fertile per lo sviluppo di start-up innovative nel campo dell’IA. L’obiettivo finale è garantire che l’Italia mantenga la sua competitività a livello globale, supportando le sue eccellenze produttive con tecnologie all’avanguardia capaci di reggere la sfida con economie più forti e contesti più innovativi.
CONSOLIDAMENTO DELL’ECOSISTEMA ITALIANO DELLA RICERCA
L’ecosistema attuale è caratterizzato come vivace, dinamico e di riconosciuto valore internazionale, distribuito in numerose università e centri di ricerca nazionali. È stato rafforzato dalla creazione della Fondazione FAIR attraverso i finanziamenti del PNRR, comprendendo 15 università, enti di ricerca accreditati come CNR, IIT, FBK, centri scientifici come INFN e grandi imprese. Grazie al Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, l’ecosistema si è esteso a oltre 50 centri di ricerca.
Per consolidare e potenziare ulteriormente questo ecosistema, si propone di supportarlo e analizzarne le criticità, eventualmente rimodulando l’organizzazione attuale. Si suggerisce inoltre di investire nella promozione dell’iniziativa e di considerare l’estensione del partenariato.
Gli obiettivi chiave includono il coinvolgimento del tessuto produttivo e imprenditoriale, caratterizzando l’iniziativa come ecosistema pubblico-privato. Si mira a facilitare lo scambio di competenze e conoscenze tra università, centri di ricerca e imprese, sviluppare verticalizzazioni territoriali o tematiche e creare sinergie stabili con la Pubblica Amministrazione.
Tra le attività proposte figurano la ricerca mirata “su commissione pubblica”, attività di benchmarking e la validazione di soluzioni dal punto di vista tecnologico ed etico-legale.
L’obiettivo generale è rafforzare e ampliare l’ecosistema della ricerca italiana in IA, promuovendo una maggiore integrazione tra il settore pubblico e privato e favorendo l’innovazione e l’applicazione pratica delle tecnologie IA in vari settori. Questo approccio mira a creare un ambiente fertile per lo sviluppo e l’implementazione dell’IA in Italia, sfruttando le competenze esistenti e creando nuove opportunità di collaborazione e innovazione.
TRATTENERE E ATTRARRE TALENTI
Gli attuali finanziamenti del PNRR hanno consentito di incrementare, talvolta anche in maniera significativa, il numero di ricercatori dedicati all’Intelligenza Artificiale, sia nell’accademia sia negli enti di ricerca pubblici.
Una volta esaurita la spinta propulsiva del PNRR, l’attuale impianto sarà verosimilmente insostenibile nelle dinamiche dei “normali” finanziamenti, portando alla fuoriuscita dall’ecosistema della ricerca proprio quei talenti che sono stati formati grazie al PNRR e che oggi ricoprono posizioni a tempo determinato.
Per mantenere alto il livello di competitività sulla ricerca, sarà necessario un piano straordinario di assunzione nelle università, negli enti di ricerca e nelle imprese, su vari livelli.
Servirà un piano straordinario di ricercatori Tenure Track, PA e PO (ed equivalenti posizioni EPR) su tematiche fondazionali e applicative legate alla IA, che permetta:
(i) di assorbire i più eccellenti tra i molti RTDa/TD (formatisi grazie alle iniziative PNRR e non solo);
(ii) di rispondere alle nuove necessità di formazione e ricerca che emergeranno nei prossimi anni;
(iii) di ritenere e attrarre talenti dall’estero. In particolare, l’attrazione di talenti stranieri può contribuire a creare un effetto trainante sull’intera comunità, stimolando la formazione di competenze locali e facilitando lo scambio continuo di conoscenze nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale; sarà dunque importante promuovere specifici incentivi per il “brain gain” nell’IA, anche in linea con le politiche europee (ad esempio, la Germania ha indicato un finanziamento di 500M€ solo nel 2024 per coprire nuove 150 posizioni di professorship in IA). In aggiunta alle posizioni specificamente dedicate all’IA, sarà importante definire posizioni per ricercatoti in ambiti multidisciplinari, nonché incentivare le imprese all’assunzione di ricercatori formatisi sull’IA nell’ambito delle iniziative PNRR promosse nell’ultimo biennio.
PROGETTAZIONE DI LMM ITALIANI
La progettazione di Large Language Models (LLM) e Large Multimodal Models (LMM) italiani rappresenta una sfida cruciale per mantenere la competitività tecnologica del paese nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Nonostante lo sviluppo di questi modelli fondazionali sia principalmente guidato da grandi centri di ricerca privati con ingenti risorse, l’Italia non può permettersi di rimanere indietro in questo settore strategico.
Per affrontare questa sfida, si propone l’implementazione di programmi competitivi per finanziare progetti di ricerca collaborativa, coinvolgendo sia enti pubblici che privati. L’obiettivo è sviluppare LLM e LMM basati sulla lingua italiana e su approcci multilingue, concentrandosi su applicazioni specifiche e contestualizzate in domini cruciali per il paese, come la Pubblica Amministrazione e il settore sanitario.
Questi modelli dovranno aderire rigorosamente ai valori e alle normative europee, garantendo:
- Trasparenza sui dati di addestramento
- Protezione contro contenuti falsi generati dal modello
- Tutela dei diritti d’autore
- Implementazione di meccanismi di tracciamento dei contenuti generati dall’IA
- Sostenibilità ambientale
- Valutazione degli impatti socio-economici a lungo termine
Il programma potrebbe essere strutturato in fasi, con un ente di monitoraggio che valuta i progressi e seleziona i progetti da far avanzare. Data la complessità e la natura di questi sistemi, ogni iniziativa dovrebbe essere supervisionata da un Comitato Etico, responsabile di approvare le linee guida generali e le metodologie di implementazione, con particolare attenzione alla sicurezza e all’affidabilità delle soluzioni proposte.
Questo approccio mira a posizionare l’Italia come un attore competitivo nel panorama europeo dell’IA, allineandosi con gli investimenti significativi già effettuati da paesi come Germania e Regno Unito, e contribuendo allo sviluppo di tecnologie IA etiche e conformi alle normative europee.
SINERGIE: PROGETTI INTERDISCIPLINARI PER IL BENESSERE SOCIALE
L’iniziativa “Sinergie: Progetti Interdisciplinari per il Benessere Sociale” si propone di stimolare la ricerca interdisciplinare nel campo dell’Intelligenza Artificiale (IA), con un’enfasi particolare sul suo impatto positivo sulla società.
Questa proposta prevede l’attivazione di iniziative su base competitiva per progetti di ricerca sinergici di media e piccola scala, coinvolgendo da 2 a 5 partner per progetto. L’obiettivo principale è perseguire ambiziosi avanzamenti scientifici fondamentali in vari domini legati all’IA, promuovendo al contempo la collaborazione tra diverse discipline.
Il processo di valutazione dei progetti sarà basato su criteri di “eccellenza, interdisciplinarità e originalità”, ispirandosi al modello dei Synergy Grants dell’European Research Council (ERC). Questo approccio mira a selezionare progetti innovativi e di alta qualità che possano contribuire significativamente al progresso scientifico e sociale.
Gli ambiti di applicazione prioritari saranno quelli finalizzati all’utilizzo dell’IA per il benessere sociale, in linea con i principi delineati nella Sezione “Principi della Strategia”.
Tra i domini applicativi di interesse figurano la tutela paesaggistica, marina e ambientale; la ricerca sulle sfide etiche e legali dell’IA come copyright, deepfake e disinformazione online; gli studi sull’etica dell’IA; l’analisi degli impatti socio-economici dell’IA su temi come disuguaglianza e discriminazione; l’applicazione del machine learning in altre discipline scientifiche (AI4Science); la sicurezza nazionale e personale; l’ottimizzazione delle risorse ambientali ed energetiche; progetti pilota per la trasformazione digitale centrata sull’uomo; e soluzioni per il patrimonio intellettuale e culturale digitalizzato (digital humanities).
Questa iniziativa si propone di creare un ecosistema di ricerca dinamico e flessibile, capace di affrontare le sfide complesse poste dall’integrazione dell’IA nella società contemporanea. Promuovendo la collaborazione interdisciplinare e concentrandosi su progetti di scala medio-piccola, si mira a stimolare l’innovazione e a massimizzare l’impatto positivo dell’IA sul benessere sociale. Questo approccio permetterà di esplorare nuove frontiere nella ricerca sull’IA, affrontando al contempo questioni cruciali legate alla sua implementazione etica e responsabile nella società.
AI GRAND CHALLENGE: RICERCA FONDAZIONALE E BLUE-SKY PER L’IA DI PROSSIMA GENERAZIONE
Il programma di ricerca proposto si configura come un’iniziativa innovativa e ambiziosa nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ispirata alle challenge di ricerca nordamericane e in continuità con il progetto FAIR. L’obiettivo principale è sostenere la ricerca fondazionale con il potenziale di generare un salto generazionale a livello tecnologico-scientifico e produrre innovazioni dirompenti.
La struttura del programma è caratterizzata da un approccio bottom-up, che prevede un processo di selezione in due fasi distinte:
Nella prima fase, i ricercatori avranno l’opportunità di proporre tematiche per le challenge. Questo approccio permette di attingere direttamente alle idee e alle intuizioni della comunità scientifica, garantendo che le sfide affrontate siano all’avanguardia e rilevanti per il settore.
Le idee proposte saranno poi raccolte e valutate, con la selezione delle tematiche più promettenti. I proponenti dei temi selezionati avranno un ruolo attivo nella gestione della fase successiva, garantendo continuità e coerenza nel processo.
La seconda fase vedrà la raccolta di proposte progettuali coerenti con i temi selezionati. Queste proposte saranno formulate da consorzi di piccole dimensioni, favorendo così la flessibilità e l’agilità nella ricerca. Le proposte più meritevoli saranno quindi selezionate come vincitrici.
Questo approccio a due fasi offre diversi vantaggi: stimola la creatività e l’innovazione nella comunità scientifica, assicura che le ricerche siano allineate con le frontiere più avanzate del settore, e promuove la collaborazione tra ricercatori attraverso la formazione di consorzi.
Il focus sulla ricerca fondazionale, combinato con l’obiettivo di generare innovazioni dirompenti, posiziona questo programma come un potenziale catalizzatore per progressi significativi nel campo dell’IA. La natura bottom-up e la struttura in due fasi favoriscono inoltre una partecipazione ampia e diversificata, massimizzando le possibilità di scoperte e sviluppi rivoluzionari.
POTENZIAMENTO DELLE COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
L’iniziativa “Potenziamento delle Collaborazioni Internazionali” si propone di incentivare la ricerca di alta qualità in Italia attraverso la promozione di collaborazioni internazionali nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Questo programma prevede il finanziamento di progetti di ricerca mirati a raggiungere diversi obiettivi chiave:
Definizione di nuovi strumenti e soluzioni di IA, puntando all’innovazione e all’avanzamento tecnologico nel settore
Sviluppo di modalità comuni per un’adozione efficace dell’IA, con particolare attenzione alle sfide sociali transnazionali e ai mercati internazionali o fortemente orientati all’estero
Creazione di strumenti giuridico-amministrativi per la tutela delle soluzioni sviluppate, garantendo la protezione della proprietà intellettuale e favorendo il trasferimento tecnologico
Progettazione e realizzazione di piattaforme informatiche avanzate per la cybersecurity, capaci di rilevare e analizzare autonomamente le minacce cibernetiche, identificare anomalie nel traffico di rete e attivare azioni proattive per mitigare o respingere le minacce identificate
I programmi di ricerca saranno assegnati su base competitiva e avranno una durata limitata a due anni. Un elemento chiave di questa iniziativa è la promozione di ricerche congiunte con almeno un’altra nazione europea o extra-europea, favorendo così lo scambio di conoscenze e competenze a livello internazionale.
Il programma prevede scambi di ricercatori sia in entrata che in uscita, facilitando la circolazione delle idee e delle best practices tra i paesi partecipanti. Inoltre, si pone l’obiettivo di produrre documentazione che possa diventare un riferimento internazionale, contribuendo così a rafforzare le relazioni istituzionali tra i paesi coinvolti nel campo dell’IA.
Questa iniziativa mira a posizionare l’Italia come un attore significativo nella ricerca e sviluppo dell’IA a livello globale, promuovendo al contempo la collaborazione internazionale e l’innovazione. Il focus su temi cruciali come la cybersecurity e l’adozione efficace dell’IA per sfide sociali transnazionali sottolinea l’importanza strategica di questo programma nel contesto attuale, caratterizzato da una crescente interconnessione globale e da sfide tecnologiche sempre più complesse.
STRATEGIA PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Visione d’insieme per l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione italiana:
L’IA è vista come un fattore centrale nella trasformazione digitale della PA, con potenziale sia per migliorare l’efficienza interna che per offrire servizi migliori ai cittadini. La strategia propone un approccio strutturato e sistematico per integrare l’IA in tutti gli aspetti del funzionamento della PA.
Elementi chiave della strategia:
Evitare la frammentazione delle soluzioni attraverso lo sviluppo di iniziative progettuali nazionali e la definizione di linee guida per le amministrazioni locali.
Creare un circolo virtuoso che comprenda la gestione di dati di qualità, lo sviluppo di tecnologie IA affidabili, la formazione del personale, il monitoraggio continuo, il supporto ai processi decisionali, l’impegno etico e lo sviluppo di strumenti a supporto dei cittadini.
Implementare azioni di “affiancamento” per promuovere l’utilizzo dell’IA e guidare lo sviluppo e l’acquisizione di soluzioni.
Obiettivi principali:
Supportare i processi amministrativi con l’IA per aumentare l’efficienza e ottimizzare la gestione delle risorse.
Finanziare progetti pilota su scala nazionale e sostenere iniziative delle singole amministrazioni, garantendo interoperabilità e standard funzionali.
Migliorare la fruizione dei servizi PA per cittadini e imprese attraverso soluzioni IA, garantendo usabilità, privacy e trasparenza nei processi.
Promuovere la neutralità tecnologica per evitare dipendenze da soluzioni proprietarie.
Questa strategia mira a una trasformazione completa della PA italiana attraverso l’IA, bilanciando innovazione e standardizzazione, con un forte focus sugli aspetti etici e di trasparenza. L’obiettivo è creare una PA più efficiente, accessibile e orientata al cittadino, sfruttando appieno le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale.
LINEE GUIDA PER PROMUOVERE L’ADOZIONE DELL’IA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Le linee guida proposte per promuovere l’adozione dell’IA nella Pubblica Amministrazione si concentrano su diversi aspetti chiave:
La diffusione di competenze e consapevolezza è fondamentale, mirando a promuovere una comprensione approfondita delle potenzialità dell’IA e sensibilizzare sui possibili rischi e opportunità del suo utilizzo. L’orientamento sistematico prevede di fornire una guida chiara nel complesso panorama dell’IA, presentando case study specifici sul suo utilizzo nella PA e promuovendo la conoscenza di “best practices”.
Le analisi verticali sono un elemento importante, con lo sviluppo di valutazioni d’impatto in ambiti specifici come quello giuridico, focalizzandosi su settori di particolare interesse per la PA. La metodologia progettuale definisce i passi per implementare progetti di innovazione con IA nella PA, affrontando questioni tecnologiche come tecnologie, competenze e rischi, e stabilendo framework etici e regolatori.
La standardizzazione e l’interoperabilità sono cruciali, con la classificazione delle applicazioni in gruppi omogenei, la definizione di standard minimi funzionali e la garanzia di requisiti di interoperabilità. L’uniformità dei servizi è un obiettivo chiave, assicurando che i cittadini in diverse parti d’Italia abbiano un’esperienza simile nell’interazione con gli enti locali tramite soluzioni IA.
Queste linee guida mirano a creare un approccio coerente e strutturato all’adozione dell’IA nella PA, garantendo efficienza, equità e standardizzazione dei servizi su tutto il territorio nazionale, pur tenendo conto delle specificità locali. L’obiettivo è sfruttare al meglio le potenzialità dell’IA per migliorare i servizi pubblici, mantenendo al contempo un’attenzione costante agli aspetti etici e di sicurezza.
LINEE GUIDA PER IL PROCUREMENT NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Le linee guida per il procurement nella Pubblica Amministrazione in relazione all’Intelligenza Artificiale si propongono di colmare una lacuna importante nel processo di adozione di tecnologie avanzate nel settore pubblico. Queste linee guida riconoscono che, oltre a una solida conoscenza di dominio, è fondamentale avere una comprensione approfondita dei prodotti e servizi informatici disponibili, insieme a una chiara consapevolezza dei rischi e delle opportunità che l’IA presenta.
Data la complessità e il dinamismo del settore dell’IA, orientarsi in questo panorama può risultare particolarmente sfidante. Per questo motivo, le linee guida proposte si pongono come un’integrazione essenziale alle normative già esistenti in ambito ICT, con un focus specifico sull’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo principale è fornire una guida pratica e dettagliata alle Pubbliche Amministrazioni per navigare efficacemente nel processo di procurement di soluzioni basate sull’IA.
Queste linee guida dovranno essere strutturate in modo da assistere le PA nell’identificazione e nella selezione di soluzioni che non solo rispondano alle specifiche esigenze funzionali dell’amministrazione, ma che garantiscano anche elevati standard di sicurezza. È cruciale che le soluzioni scelte siano pienamente conformi alle normative vigenti in materia e allineate con le linee guida generali sull’adozione dell’IA nella Pubblica Amministrazione.
Nel contesto di gare d’appalto o accordi quadro, le linee guida dovranno fornire criteri chiari per valutare le proposte, considerando aspetti come l’efficacia, l’efficienza, la scalabilità, la trasparenza e l’etica delle soluzioni IA. Dovranno inoltre aiutare le PA a comprendere e gestire i potenziali rischi associati all’implementazione di tecnologie IA, inclusi quelli relativi alla privacy dei dati, alla sicurezza informatica e all’equità algoritmica.
Un altro aspetto importante che le linee guida dovranno affrontare è la promozione dell’interoperabilità tra diverse soluzioni IA e con i sistemi esistenti nella PA. Questo aspetto è fondamentale per garantire una maggiore efficienza e una migliore integrazione dei servizi pubblici.
Infine, le linee guida dovranno anche considerare l’aspetto della formazione e dell’aggiornamento continuo del personale della PA coinvolto nei processi di procurement e implementazione di soluzioni IA. Questo permetterà di costruire e mantenere all’interno della PA le competenze necessarie per gestire efficacemente queste tecnologie avanzate.
LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI APPLICAZIONI DI IA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Le linee guida per la realizzazione di applicazioni di IA nella Pubblica Amministrazione rappresentano un passo fondamentale verso l’autonomia tecnologica e l’innovazione nel settore pubblico italiano. Questo approccio mira a sviluppare competenze interne e soluzioni su misura, andando oltre il semplice procurement di tecnologie esistenti.
Il processo delineato si basa su tre pilastri principali:
Innanzitutto, si pone l’accento sulla totale conformità alle normative nazionali e dell’Unione Europea. Questo aspetto è cruciale, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle classi di rischio e la tutela dei dati personali. L’obiettivo è garantire che le soluzioni sviluppate siano non solo innovative, ma anche pienamente conformi al quadro normativo vigente, assicurando così la fiducia dei cittadini e la protezione dei loro diritti.
In secondo luogo, le linee guida sottolineano l’importanza di allineare lo sviluppo tecnologico con le strategie nazionali, in particolare nei settori considerati critici come l’energia, la difesa e l’intelligence. Questo approccio mira a garantire che le soluzioni di IA sviluppate contribuiscano direttamente agli obiettivi strategici del paese, rafforzando la sicurezza nazionale e l’indipendenza tecnologica.
Infine, si pone un forte accento sulla formazione del personale. L’obiettivo è innalzare il livello di competenze degli utenti su soluzioni tecnologiche avanzate, con un focus particolare sullo sviluppo di processi certificabili, scalabili e condivisibili a livello nazionale. Questo aspetto è fondamentale per garantire che le soluzioni sviluppate possano essere efficacemente implementate e gestite all’interno della PA.
Le linee guida promuovono l’utilizzo di piattaforme sviluppate in Italia, favorendo così lo sviluppo dell’ecosistema tecnologico nazionale. Questo approccio non solo stimola l’innovazione locale, ma contribuisce anche a ridurre la dipendenza da tecnologie straniere, rafforzando la sovranità digitale del paese.
L’enfasi sulla certificabilità, scalabilità e condivisibilità dei processi è particolarmente importante. Questi elementi garantiscono che le soluzioni sviluppate possano essere facilmente adottate e replicate in diverse parti della PA, massimizzando l’efficienza e l’impatto degli investimenti in IA.
SEMPLIFICAZIONE PER CITTADINI E IMPRESE
L’iniziativa “Semplificazione per cittadini e imprese” si propone di migliorare significativamente l’interazione tra la Pubblica Amministrazione e i suoi utenti attraverso l’uso innovativo di tecnologie di Intelligenza Artificiale. Questo approccio mira a rendere i servizi pubblici più accessibili, efficienti e user-friendly.
Gli elementi chiave di questa strategia includono:
- Collaborazione multi-settoriale: Il progetto prevede una stretta collaborazione tra la PA, partner privati, accademia e centri di ricerca. Questa sinergia garantisce un approccio completo e all’avanguardia, combinando competenze diverse per soluzioni innovative.
- Tecnologie avanzate: L’utilizzo di tecnologie come meccanismi ontologici, Multimodal Foundation Models e sistemi di deep learning promette di rivoluzionare l’interazione con i servizi pubblici. Queste tecnologie possono facilitare l’integrazione di diverse fonti di informazione e automatizzare processi complessi.
- Casi d’uso specifici: Il focus su casi d’uso concreti, come la compilazione automatica di moduli e la robotic process automation, assicura che le soluzioni sviluppate abbiano un impatto tangibile e immediato sulla vita dei cittadini e delle imprese.
- Valutazione dell’affidabilità: Un aspetto cruciale è l’attenzione posta sull’affidabilità dei sistemi. Questo garantisce che le soluzioni implementate siano non solo innovative ma anche sicure e affidabili.
- Approccio graduale: La strategia prevede una implementazione in fasi, partendo da progetti pilota in contesti specifici prima di passare a una diffusione su larga scala. Questo approccio permette di raccogliere feedback e apportare miglioramenti prima dell’adozione definitiva.
- Ruolo centrale della PA: La Pubblica Amministrazione mantiene un ruolo di guida, definendo chiaramente le specifiche funzionali e le esigenze. Questo assicura che le soluzioni sviluppate siano perfettamente allineate con le necessità reali del settore pubblico.
- Flessibilità nell’acquisizione: La possibilità di scegliere tra soluzioni già disponibili sul mercato o sviluppate ad hoc offre flessibilità e garantisce l’adozione delle migliori tecnologie disponibili.
- Focus su ambiti prioritari: L’attenzione agli ambiti di interesse sociale definiti nella sezione “Principi della strategia” assicura che gli investimenti siano diretti verso le aree di maggior impatto per la società.
Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Promette di migliorare notevolmente l’esperienza dei cittadini e delle imprese nell’interazione con i servizi pubblici, riducendo la burocrazia e aumentando l’efficienza. Inoltre, stimola l’innovazione nel settore tecnologico nazionale, promuovendo lo sviluppo di competenze avanzate nell’ambito dell’IA.
Il successo di questa iniziativa potrebbe portare a una trasformazione radicale del modo in cui i servizi pubblici vengono erogati e fruiti, ponendo l’Italia all’avanguardia nell’uso dell’IA nel settore pubblico a livello europeo e internazionale.
EFFICIENTAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L’iniziativa “Efficientamento della Pubblica Amministrazione” attraverso l’uso dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un passo importante verso la modernizzazione e l’ottimizzazione dei processi interni della PA italiana. Questa strategia mira a sfruttare le potenzialità dell’IA per migliorare l’efficienza, la precisione e la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione.
Elementi chiave dell’iniziativa:
- Approccio sistematico: L’iniziativa prevede una mappatura iniziale dei sistemi e servizi IA già esistenti, fornendo una base solida per identificare le aree di miglioramento e le opportunità di innovazione.
- Definizione mirata degli ambiti di intervento: La PA avrà il compito di identificare le aree specifiche dove l’IA può apportare i maggiori benefici, garantendo un’allocazione efficiente delle risorse.
- Valutazione dell’impatto e dei rischi: Un aspetto cruciale è l’attenzione posta sulla valutazione dell’impatto e dei potenziali rischi associati all’implementazione dei sistemi IA, assicurando un’adozione responsabile e sicura.
- Ambiti di applicazione diversificati: L’iniziativa copre una vasta gamma di applicazioni, dalla verifica della conformità degli atti amministrativi alla generazione di feedback automatizzati, dimostrando la versatilità dell’IA nel contesto della PA.
- Supporto alla redazione degli atti: L’implementazione di sistemi IA per assistere funzionari e dirigenti nella redazione degli atti promette di migliorare la qualità e la conformità dei documenti amministrativi.
- Digitalizzazione e automazione: L’uso di piattaforme per la digitalizzazione e annotazione automatica di documenti rappresenta un passo significativo verso la dematerializzazione e l’efficientamento dei processi burocratici.
- Supporto alla gestione dei Contratti Pubblici: L’implementazione di sistemi IA per assistere i RUP (Responsabili Unici del Procedimento) nella gestione e nel monitoraggio dei Contratti Pubblici può portare a una maggiore trasparenza e efficienza in questo settore critico.
- Approccio nazionale e uniforme: L’enfasi sulla creazione di sistemi con “respiro nazionale” e operatività su tutto il territorio garantisce uniformità e coerenza nell’implementazione delle soluzioni IA in tutta la PA italiana.
- Sviluppo attraverso call pubbliche: L’approccio di sviluppo e/o adozione di sistemi IA attraverso call pubbliche promuove la competizione e l’innovazione nel settore tecnologico nazionale.
Questa iniziativa ha il potenziale di trasformare radicalmente il funzionamento interno della Pubblica Amministrazione italiana. Promette di:
- Ridurre i tempi di elaborazione e risposta nelle pratiche amministrative
- Migliorare la precisione e la conformità degli atti amministrativi
- Ottimizzare l’allocazione delle risorse umane, liberando il personale da compiti ripetitivi
- Aumentare la trasparenza e l’efficienza nella gestione dei contratti pubblici
- Accelerare il processo di digitalizzazione della PA
Inoltre, l’implementazione di queste tecnologie potrebbe portare a significativi risparmi economici nel lungo termine, migliorando al contempo la qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.
IA NELLA SCUOLE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L’iniziativa “IA nelle Scuole per la Pubblica Amministrazione” rappresenta un passo fondamentale per preparare la forza lavoro del settore pubblico italiano all’era dell’Intelligenza Artificiale. Questa strategia mira a creare un ecosistema di apprendimento continuo e di innovazione all’interno della Pubblica Amministrazione, focalizzandosi sull’upskilling del personale esistente e sulla creazione di nuove competenze nel campo dell’IA.
Elementi chiave dell’iniziativa:
- Istituzione di un Dipartimento dedicato all’IA: La creazione di un dipartimento specifico per l’Intelligenza Artificiale all’interno della Scuola Nazionale dell’Amministrazione sottolinea l’importanza strategica di questa tecnologia per il futuro della PA.
- Corsi di formazione post-laurea: L’offerta di corsi di eccellenza post-laurea per i dipendenti pubblici garantisce un aggiornamento di alto livello, allineato con le più recenti innovazioni nel campo dell’IA.
- Approccio differenziato: La differenziazione dei contenuti e dei livelli dei corsi in base all’inquadramento delle figure coinvolte assicura una formazione mirata e efficace per diverse categorie di dipendenti pubblici.
- Collaborazione con università e centri di ricerca: L’apertura a collaborazioni con il mondo accademico e della ricerca favorisce lo scambio di conoscenze e l’innovazione continua.
- Estensione a tutte le scuole di formazione della PA: L’implementazione di iniziative simili in tutte le scuole di formazione, incluse quelle degli enti locali, garantisce una diffusione capillare delle competenze in IA su tutto il territorio nazionale.
- Prospettiva di innovazione: L’iniziativa non si limita alla formazione, ma si pone come base per future azioni di innovazione nella PA, creando un terreno fertile per l’implementazione di progetti avanzati.
Impatti e benefici attesi:
- Miglioramento delle competenze: Upskilling del personale esistente, permettendo loro di comprendere e utilizzare efficacemente le tecnologie IA nel loro lavoro quotidiano.
- Cultura dell’innovazione: Promozione di una cultura dell’innovazione all’interno della PA, incoraggiando l’adozione di nuove tecnologie e approcci.
- Efficienza operativa: Personale meglio formato può implementare e gestire sistemi IA più efficacemente, portando a una maggiore efficienza operativa.
- Qualità dei servizi: Miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini grazie a una PA più competente e tecnologicamente avanzata.
- Attrattività della PA: Potenziale aumento dell’attrattività della PA come datore di lavoro per professionisti qualificati nel campo dell’IA.
- Rete di competenze: Creazione di una rete di competenze in IA distribuita su tutto il territorio nazionale, favorendo lo scambio di best practices e l’innovazione diffusa.
- Preparazione per il futuro: Posizionamento della PA italiana in prima linea nell’adozione e nell’utilizzo dell’IA, preparandola per le sfide future.
Questa iniziativa rappresenta un investimento strategico nel capitale umano della Pubblica Amministrazione italiana. Preparando adeguatamente il personale all’uso e alla gestione delle tecnologie di IA, si pongono le basi per una trasformazione digitale profonda e duratura del settore pubblico. Ciò non solo migliorerà l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici, ma posizionerà anche l’Italia come un paese all’avanguardia nell’applicazione dell’IA nel settore governativo a livello europeo e internazionale.
STRATEGIA PER LE IMPRESE
Questa visione d’insieme delinea una strategia completa e ambiziosa per l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nel tessuto imprenditoriale e produttivo italiano. Ecco i punti chiave di questa strategia:
- Valorizzazione dell’eccellenza italiana: La strategia riconosce la forza dell’Italia nell’innovazione e nell’automazione, vedendo l’IA come una naturale evoluzione di questa tradizione.
- Approccio su due livelli:
a) Potenziamento delle imprese ICT italiane come sviluppatori di soluzioni IA.
b) Supporto alle imprese non-ICT per l’adozione e l’integrazione dell’IA nei loro processi. - Sinergia tra imprese, università e centri di ricerca: Promozione di collaborazioni per creare massa critica e competenze competitive a livello internazionale.
- Centralità del dato e dell’IA: Enfasi sulla necessità di riorientare le strategie aziendali verso un approccio data-driven e IA-centrico.
- Sostenibilità: Riconoscimento del ruolo dell’IA nelle future sfide di sostenibilità ambientale.
- Adattamento alle peculiarità italiane: La strategia mira a creare un ecosistema di innovazione IA che valorizzi i tratti distintivi delle imprese italiane.
- Focus sulle PMI: Attenzione particolare al trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese, riconoscendo la loro importanza nel tessuto produttivo italiano.
- Coordinamento e finanziamenti dedicati: Previsione di azioni di coordinamento e fondi specifici per rafforzare l’ecosistema IA tra le PMI.
- Supporto alle start-up: Iniziative per la creazione e il potenziamento di start-up innovative nel campo dell’IA.
- Obiettivi chiari:
- Intercettare i bisogni di innovazione delle imprese italiane.
- Sostenere il comparto ICT italiano.
- Accrescere le opportunità di finanziamento per progetti IA.
- Attrarre capitali pubblici e privati nell’ecosistema delle start-up IA.
Questa strategia mira a posizionare l’Italia come un attore chiave nell’innovazione guidata dall’IA, sfruttando le sue forze tradizionali nel settore manifatturiero e tecnologico, e adattando l’approccio alle specifiche caratteristiche del tessuto imprenditoriale italiano. L’enfasi sulla collaborazione tra diversi attori (imprese, università, centri di ricerca) e l’attenzione alle PMI e alle start-up suggeriscono un approccio inclusivo e diversificato per massimizzare l’impatto dell’IA sull’economia italiana.
FACILITATORI PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLE PMI
I Facilitatori per l’Intelligenza Artificiale nelle PMI rappresentano un’iniziativa strategica per promuovere e implementare soluzioni di IA nel tessuto produttivo italiano, con particolare attenzione ai settori chiave dell’economia nazionale.
Questa iniziativa prevede la creazione di un ecosistema di facilitatori radicati sul territorio, operanti sotto la supervisione della Fondazione per l’Intelligenza Artificiale. Questi facilitatori lavoreranno in sinergia con gli attori esistenti dell’ecosistema dell’innovazione e altre fondazioni rilevanti nel settore, come FAIR, Chips.IT e AI4Industry.
I facilitatori si configurano come punti di incontro tra le imprese ICT che offrono soluzioni innovative e le aziende che possono beneficiare di tali tecnologie. Il loro ruolo è multiforme e comprende l’erogazione di servizi di innovazione basati sull’IA, l’abilitazione di soluzioni interoperabili per le imprese, la raccolta e codifica di dati per il Patrimonio di Conoscenza Nazionale, la promozione della formazione in IA, la certificazione delle competenze digitali e IA nelle imprese, la creazione di sinergie tra grandi imprese e PMI, e il supporto allo sviluppo di start-up.
Un aspetto chiave dell’approccio è il focus sulle filiere produttive, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni IA che rispondano alle esigenze comuni di un’intera filiera, lasciando spazio per ulteriori personalizzazioni a livello di singola impresa. Questo approccio mira a massimizzare l’efficienza e l’impatto delle soluzioni IA, creando un effetto a cascata all’interno delle filiere produttive.
I facilitatori giocheranno anche un ruolo cruciale nel trasferimento tecnologico, facilitando il flusso di conoscenze e tecnologie dalle grandi imprese e aziende leader alle PMI. Inoltre, sosterranno lo sviluppo dell’ecosistema delle start-up, collaborando con gli incubatori esistenti e facilitando l’interconnessione tra start-up innovative e imprese utilizzatrici di IA.
Questa iniziativa si propone di creare un ecosistema di supporto completo per l’adozione dell’IA nelle PMI italiane, combinando servizi di consulenza, sviluppo tecnologico, formazione, certificazione e networking. L’approccio basato su facilitatori territoriali e focalizzato su specifiche filiere produttive è progettato per adattarsi alle peculiarità del tessuto imprenditoriale italiano e massimizzare l’impatto dell’IA sull’economia del paese, promuovendo l’innovazione e la competitività in settori strategici.
SOSTEGNO ALLO SVILUPPO E ALL’ADOZIONE DI SOLUZIONI DI IA
L’iniziativa “Sostegno allo sviluppo e all’adozione di soluzioni di IA” si propone di creare un meccanismo di finanziamento dedicato per promuovere lo sviluppo e l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale nel tessuto imprenditoriale italiano. Questo programma si caratterizza per la sua flessibilità e ampiezza di approccio, mirando a sostenere sia le imprese che sviluppano soluzioni IA, sia quelle che intendono adottarle nei propri processi produttivi.
Il serbatoio di risorse finanziarie sarà strutturato per supportare due categorie principali di progetti:
- Progetti di imprese ICT finalizzati allo sviluppo di nuove soluzioni di IA
- Progetti di imprese non ICT che mirano ad innovare i propri processi produttivi attraverso l’adozione di soluzioni IA
Una caratteristica importante di questa iniziativa è la sua apertura sia a progetti promossi da reti di imprese che da singole aziende, offrendo così opportunità di finanziamento a diverse scale e configurazioni imprenditoriali.
Il programma prevede una varietà di strumenti finanziari per agevolare questi progetti:
- Finanza ordinaria: per supportare progetti di investimento in IA a livello di singola impresa
- Strumenti di corporate venture capital: particolarmente adatti per iniziative IA-driven che coinvolgono catene di fornitura
- Possibile supporto in termini di private equity
- Voucher: da utilizzare per attività di supporto all’innovazione basata sull’IA presso i facilitatori menzionati nell’azione I.1
Questa diversificazione degli strumenti finanziari permette di adattare il supporto alle specifiche esigenze e caratteristiche dei diversi progetti e imprese, offrendo soluzioni su misura per diverse situazioni e obiettivi.
L’iniziativa si integra con altre azioni del piano, in particolare con quella dei facilitatori per l’IA nelle PMI (azione I.1), creando un ecosistema di supporto completo che combina risorse finanziarie e competenze tecniche.
Questo approccio mira a stimolare l’innovazione e l’adozione dell’IA su larga scala nel sistema produttivo italiano, contribuendo a:
- Accelerare lo sviluppo di nuove soluzioni IA da parte delle imprese ICT italiane
- Facilitare la modernizzazione e l’innovazione dei processi produttivi in vari settori attraverso l’adozione dell’IA
- Promuovere la collaborazione e la creazione di reti tra imprese nel campo dell’IA
- Sostenere la competitività delle imprese italiane nel contesto dell’economia digitale globale
In sintesi, questa iniziativa rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia italiana per l’IA, fornendo le risorse finanziarie necessarie per trasformare le ambizioni in realtà concrete nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
LABORATORI PER LO SVILUPPO DI APPLICAZIONI IA IN CONTESTI INDUSTRIALI
I “Laboratori per lo sviluppo di applicazioni IA in contesti industriali” rappresentano un’iniziativa strategica volta a potenziare la collaborazione tra il mondo accademico e quello industriale nel campo dell’Intelligenza Artificiale in Italia. Questa proposta si basa sul riconoscimento dell’importanza cruciale del connubio pubblico-privato per lo sviluppo e l’applicazione dell’IA in contesti industriali.
Elementi chiave dell’iniziativa:
- Creazione di due tipi di strutture:
a) Laboratori tematici in IA applicata: coinvolgono un’impresa e uno o più atenei/centri di ricerca pubblici.
b) Centri/istituti tematici in IA applicata: raggruppano più imprese dello stesso settore in collaborazione con enti di ricerca pubblici. - Focus su Technology Readiness Levels (TRL) orientati verso applicazioni di mercato.
- Obiettivi principali:
a) Sviluppo di ricerca applicata esplorativa di interesse per le aziende o le filiere, con gestione condivisa della proprietà intellettuale.
b) Abilitazione e verticalizzazione di soluzioni esistenti per specifiche filiere, preservando il know-how italiano.
c) Creazione di un ponte tra imprese, università e il panorama della ricerca e sviluppo internazionale.
d) Promozione di sinergie tra grandi imprese, PMI e start-up.
e) Supporto alla certificazione e brevettazione, in collaborazione con l’ecosistema nazionale della ricerca e i centri di competenza.
f) Formazione di esperti in IA attraverso il finanziamento di varie figure professionali. - Approccio innovativo:
- Superamento delle iniziative singole e isolate, spesso finanziate solo privatamente o con fondi regionali/europei.
- Promozione di una collaborazione paritetica tra industria e accademia nella definizione e gestione dei centri di ricerca.
Impatto sulla formazione:
- Finanziamento non solo di dottorandi, ma anche di ricercatori, professori, esperti di trasferimento tecnologico e tecnici pronti per il mercato del lavoro.
Connessione con altre iniziative:
- Collaborazione con l’ecosistema nazionale della ricerca (Azione R.1) e con i centri di competenza e gli EDIH di matrice industriale.
Questa iniziativa mira a colmare il divario tra ricerca accademica e applicazione industriale nel campo dell’IA, creando un ecosistema dinamico e collaborativo. L’obiettivo è accelerare lo sviluppo e l’adozione di soluzioni IA innovative nel tessuto produttivo italiano, rafforzando al contempo la formazione di professionisti altamente qualificati nel settore. Attraverso questi laboratori e centri, l’Italia punta a consolidare la sua posizione nel panorama internazionale dell’IA, promuovendo l’innovazione, la competitività e la crescita economica basata sulla tecnologia avanzata.
SVILUPPO DI START-UP NELL’AMBITO IA
Lo “Sviluppo di start-up nell’ambito IA” è un’iniziativa cruciale per potenziare la competitività dell’Italia nel settore dell’Intelligenza Artificiale. Ecco un’analisi dettagliata della proposta:
Contesto attuale:
- L’Italia è in ritardo rispetto ad altri paesi europei nel numero di start-up IA (0.68 per milione di abitanti vs 2.05 in Francia e 1.99 in Germania).
- Esistono già attori con competenze nell’incubazione, accelerazione e raccolta investimenti, sia privati che accademici.
Obiettivi principali:
- Aumentare il numero e la qualità delle start-up IA in Italia.
- Creare sinergie tra le iniziative esistenti.
- Supportare le start-up in tutte le fasi del loro sviluppo.
- Favorire l’interconnessione tra start-up e imprese utilizzatrici di IA.
Strategie proposte:
a) Consolidamento e supporto delle iniziative esistenti:
- Programmi di finanziamento diretti alle nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
- Iniziative di defiscalizzazione.
- Programmi di accompagnamento per le start-up.
- Incentivazione di spin-off universitari.
- Creazione di laboratori di AI-Enterprise negli Atenei, basati sul modello del Regno Unito.
- Programmi di accelerazione, supporto finanziario e consulenza specializzata.
- Promozione di pratiche comuni per la concessione di licenze sulla proprietà intellettuale e la creazione di spin-off.
- Facilitazione dell’interazione tra start-up innovative e incumbent.
- Approccio integrato e coordinato tra attori istituzionali, privati e accademici.
- Individuazione di progettualità catalizzatrici per attrarre investitori.
- Facilitazione di azioni di capitalizzazione.
- Coinvolgimento di talenti formati in ambito accademico.
- Incoraggiamento di progetti congiunti.
- Promozione delle soluzioni IA sviluppate dalle start-up italiane a livello globale.
Incentivazione di progetti mirati alla creazione di ambienti di test controllati per nuove tecnologie IA.
Impatti attesi:
- Aumento del numero di start-up IA in Italia.
- Miglioramento della competitività del tessuto produttivo e imprenditoriale italiano nel settore IA.
- Creazione di un ecosistema più dinamico e interconnesso tra accademia, start-up e imprese consolidate.
- Attrazione di maggiori investimenti nel settore IA.
- Accelerazione del trasferimento tecnologico dalla ricerca al mercato.
- Posizionamento dell’Italia come hub di innovazione IA a livello europeo e globale.
Questa iniziativa mira a colmare il gap esistente tra l’Italia e gli altri paesi europei nel settore delle start-up IA, creando un ambiente favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità. L’approccio multifaceted proposto, che coinvolge attori accademici, istituzionali e privati, ha il potenziale per stimolare significativamente lo sviluppo dell’ecosistema IA italiano, contribuendo alla crescita economica e tecnologica del paese.
SERVIZI PER LE AZIENDE ICT SULL’IA
L’iniziativa “Servizi per le aziende ICT sull’IA” si propone di supportare le imprese italiane nello sviluppo di soluzioni e servizi di Intelligenza Artificiale in un contesto normativo europeo e globale in rapida evoluzione. Il panorama attuale presenta sfide significative, con i costi di compliance che costituiscono una barriera all’ingresso nel mercato IA.
L’AI Act europeo introduce requisiti stringenti, come la marcatura CE per i sistemi IA ad alto rischio, mentre ulteriori certificazioni sono necessarie in specifici ambiti applicativi. In risposta a queste sfide, diversi Stati hanno già implementato “spazi di sperimentazione normativa” (sandbox) per l’IA, con l’obiettivo di fornire un ambiente controllato che faciliti lo sviluppo e la validazione di soluzioni innovative.
La proposta si articola su due fronti principali. Da un lato, si prevede l’introduzione di misure di sostegno per ridurre gli oneri della compliance normativa e delle certificazioni, con particolare attenzione alle applicazioni ad alto rischio. Dall’altro, si mira a incentivare le piccole e medie imprese e le start-up ad accedere alle sandboxes, favorendo così l’innovazione in un contesto regolamentato.
Queste forme di supporto potrebbero essere implementate attraverso bandi di finanziamento dedicati o mediante la fornitura di servizi di consulenza specializzata. L’obiettivo è quello di rendere più accessibile e meno oneroso il processo di conformità normativa, permettendo alle aziende italiane di competere più efficacemente nel mercato globale dell’IA.
Un’attenzione particolare viene rivolta al supporto delle aziende nel riconoscimento di sistemi IA e nell’ottenimento della certificazione in settori specifici, come l’aerospazio. In questo contesto, si fa riferimento alla necessità di allinearsi con enti come ENAV, ASA ed EASA, tenendo conto dei nuovi regolamenti EU 2023/988 e 2023/1230.
L’implementazione di queste misure potrebbe avere un impatto significativo sulla competitività dell’industria nazionale nel campo dell’IA. Riducendo le barriere all’ingresso e facilitando la conformità normativa, si creerebbe un ambiente più favorevole all’innovazione e allo sviluppo di soluzioni IA avanzate. Inoltre, l’accesso facilitato alle sandboxes permetterebbe alle aziende di sperimentare e validare le proprie soluzioni in un contesto controllato, accelerando il processo di innovazione.
Questa iniziativa si inserisce in un più ampio sforzo per posizionare l’Italia come un attore chiave nel panorama europeo e globale dell’IA. Supportando le aziende nella navigazione del complesso panorama normativo, si mira a creare un ecosistema IA dinamico e competitivo, capace di attrarre investimenti e talenti, e di generare soluzioni innovative in linea con i più alti standard di sicurezza e conformità.
Il successo di questa misura richiederà una stretta collaborazione tra settore pubblico e privato, nonché un approccio flessibile capace di adattarsi ai rapidi cambiamenti del panorama normativo. Se implementata efficacemente, questa iniziativa potrebbe contribuire significativamente alla crescita e alla competitività del settore IA italiano, posizionando il paese come un hub di innovazione responsabile e conforme nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
STRATEGIA PER LA FORMAZIONE
La visione d’insieme presentata delinea un approccio completo e multidimensionale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale in Italia. Il documento riconosce l’impatto trasformativo dell’IA sul sistema socio-economico del Paese e sottolinea l’urgenza di colmare il divario tra la domanda e l’offerta di competenze professionali in questo campo.
La strategia proposta si articola su diversi livelli, partendo dal sistema educativo. Si enfatizza la necessità di un piano di ampio respiro per rafforzare e diffondere la conoscenza dell’IA e le relative competenze digitali, coinvolgendo tutti i livelli di istruzione, dagli Istituti Tecnologici Superiori alle università, con particolare attenzione ai Dottorati di ricerca. Questo approccio mira non solo a formare specialisti, ma anche a promuovere una comprensione interdisciplinare dell’IA, riconoscendo la sua natura trasversale.
Un aspetto cruciale della strategia riguarda l’inclusività. Si sottolinea l’importanza di ridurre il gender gap nelle discipline STEM e di garantire che i percorsi formativi siano aperti a diversi ambiti e competenze, riflettendo la multidisciplinarietà intrinseca dell’IA.
Il documento riconosce che l’impatto dell’IA va oltre il tradizionale ambito dell’istruzione, influenzando profondamente il mondo del lavoro. Per affrontare questa sfida, si propone un forte programma di incentivazione per il reskilling e l’upskilling dei lavoratori. L’obiettivo è duplice: reinserire efficacemente i lavoratori nel ciclo produttivo e renderli utilizzatori consapevoli delle nuove tecnologie. Questo approccio mira a sfruttare l’IA come risorsa per creare nuova occupazione e migliorare la qualità del lavoro, aumentando efficienza e produttività in ambienti lavorativi più a misura d’uomo.
La strategia si estende oltre il mondo del lavoro, proponendo un processo di alfabetizzazione sull’IA che coinvolga l’intera società. Questo include programmi educativi nelle scuole, campagne informative e iniziative per promuovere la comprensione delle implicazioni etiche dell’IA. L’obiettivo è prevenire il digital divide di conoscenze e garantire che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente nella società.
Gli obiettivi specifici delineati includono la promozione di una formazione universitaria capillare sull’IA, la realizzazione di percorsi educativi nelle scuole, lo sviluppo di iniziative di divulgazione per sensibilizzare la società italiana, e il finanziamento di programmi di reskilling e upskilling in tutti i contesti produttivi.
In sintesi, questa visione propone un approccio olistico per integrare l’IA nel tessuto socio-economico italiano, puntando su educazione, formazione continua, inclusività e consapevolezza pubblica. L’obiettivo finale è posizionare l’Italia come un attore chiave nell’era dell’IA, garantendo al contempo che questa transizione tecnologica avvenga in modo equo e sostenibile per tutti i cittadini.
PERCORSI PER L’AVVICINAMENTO ALL’IA NELLA SCUOLA – STUDENTI E DOCENTI
Il testo propone un approccio strutturato per introdurre l’Intelligenza Artificiale nel sistema educativo italiano, partendo dalle scuole primarie e secondarie. Ecco una sintesi dei principali elementi:
- Introduzione graduale dell’IA nelle scuole, iniziando dalla formazione dei docenti e poi degli studenti.
- Integrazione con l’educazione civica, in particolare con il nucleo tematico dell’Educazione alla cittadinanza digitale.
- Focus su principi base dell’IA, attività pratiche, aspetti etici, sociali, privacy e sicurezza cibernetica.
- Formazione preliminare dei docenti sulle basi teoriche e pratiche dell’IA.
- Coinvolgimento di università, centri di ricerca, associazioni e aziende per la creazione di percorsi formativi.
- Erogazione dei corsi sia in presenza che online o in modalità ibrida.
- Condivisione ampia del materiale didattico attraverso repository online o altri strumenti digitali.
- Creazione di una base comune di conoscenza per la didattica dell’IA.
- Strutturazione di un coordinamento con esperti di IA, pedagogia e sociologia per definire linee guida e garantire coerenza nei programmi.
- Sviluppo di metodologie didattiche personalizzate in base alle diverse tipologie di discenti.
Questa iniziativa mira a preparare adeguatamente sia gli insegnanti che gli studenti alle sfide e opportunità offerte dall’IA, promuovendo una comprensione approfondita e un utilizzo consapevole di questa tecnologia.
MOBILITÀ QUALE STRUMENTO PER LA FORMAZIONE SULL’IA
L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nel sistema educativo italiano si profila come una necessità impellente, richiedendo un approccio strutturato e graduale a partire dalle scuole primarie e secondarie.
Questa strategia prevede innanzitutto la formazione dei docenti, seguita da quella degli studenti, inserendosi nel contesto dell’educazione civica e della cittadinanza digitale. L’obiettivo è fornire una comprensione solida dei principi base dell’IA, affiancata da attività pratiche e da una riflessione sugli aspetti etici, sociali e di sicurezza.
Per realizzare questo ambizioso progetto, si prevede il coinvolgimento di università, centri di ricerca, associazioni e aziende nella creazione di percorsi formativi flessibili, erogati sia in presenza che online.
Fondamentale sarà la condivisione aperta del materiale didattico attraverso piattaforme digitali, creando così una base comune di conoscenza accessibile a tutti. Un coordinamento di esperti in IA, pedagogia e sociologia garantirà la coerenza dei programmi e lo sviluppo di metodologie didattiche personalizzate.
Questa iniziativa mira a preparare la futura generazione alle sfide e opportunità dell’era digitale, promuovendo una comprensione approfondita e un utilizzo consapevole dell’Intelligenza Artificiale nel contesto educativo e sociale italiano.
F.3 | DIDATTICA DIFFUSA SULL’IA NEI CORSI DI LAUREA UNIVERSITARI
La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo il panorama professionale, creando una domanda crescente di competenze digitali avanzate.
Tuttavia, esiste un divario significativo tra queste esigenze e la preparazione attuale dei laureati. Per colmare questa lacuna, è essenziale potenziare e diversificare l’offerta formativa universitaria in ambito IA.
Mentre è cruciale rafforzare i corsi di laurea specialistici e promuovere iniziative di orientamento mirate, è altrettanto importante democratizzare l’accesso a queste conoscenze. L’integrazione di insegnamenti di base sull’IA in tutti i percorsi universitari, compresi quelli non-STEM, rappresenta una strategia chiave per garantire una formazione più inclusiva e trasversale.
Questi corsi, adattati alle specificità di ciascuna disciplina, permetteranno agli studenti di sviluppare competenze critiche per valutare costi e benefici dell’IA, analizzarne i processi e utilizzarne gli strumenti in modo creativo nel proprio ambito di studio.
Per incentivare questa trasformazione, si propone di legare parte dei finanziamenti universitari alla percentuale di corsi che includono moduli sull’IA.
Questo approccio mira a preparare una nuova generazione di professionisti, capaci di navigare e innovare in un mondo sempre più plasmato dall’Intelligenza Artificiale, indipendentemente dal loro settore di specializzazione.
POTENZIAMENTO DEL DOTTORATO NAZIONALE IN IA
Nel contesto di una rivoluzione tecnologica guidata dall’Intelligenza Artificiale che sta ridisegnando il panorama professionale e generando una crescente domanda di competenze digitali avanzate emerge un divario significativo tra le esigenze del mercato del lavoro e la preparazione attuale dei laureati richiedendo un’urgente risposta da parte del sistema universitario attraverso il potenziamento e la diversificazione dell’offerta formativa in ambito IA con un duplice approccio che da un lato rafforzi i corsi di laurea specialistici e le iniziative di orientamento mirate e dall’altro democratizzi l’accesso a queste conoscenze mediante l’integrazione di insegnamenti di base sull’IA in tutti i percorsi universitari inclusi quelli non-STEM rappresentando così una strategia chiave per una formazione più inclusiva e trasversale.
Con corsi adattati alle specificità di ciascuna disciplina che permettano agli studenti di sviluppare competenze critiche per valutare l’impatto dell’IA analizzarne i processi e utilizzarne gli strumenti in modo creativo nel proprio ambito di studio incentivando questa trasformazione attraverso il collegamento di parte dei finanziamenti universitari alla percentuale di corsi che includono moduli sull’IA con l’obiettivo finale di preparare una nuova generazione di professionisti capaci di navigare e innovare in un mondo sempre più plasmato dall’Intelligenza Artificiale indipendentemente dal loro settore di specializzazione.
Promuovendo così una comprensione diffusa e una capacità di adattamento essenziali per affrontare le sfide future del mercato del lavoro e della società in generale, questa strategia mira a creare un ecosistema educativo che non solo risponda alle esigenze immediate del mercato, ma anticipi anche le tendenze future, preparando gli studenti a essere protagonisti attivi nell’era dell’IA.
PROGRAMMI DI UPSKILLING E RESKILLING PER IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nel contesto di una rivoluzione tecnologica guidata dall’Intelligenza Artificiale che sta ridisegnando il panorama professionale e generando una crescente domanda di competenze digitali avanzate, emerge un divario significativo tra le esigenze del mercato del lavoro e la preparazione attuale dei laureati. Questa situazione richiede un’urgente risposta da parte del sistema universitario attraverso il potenziamento e la diversificazione dell’offerta formativa in ambito IA. Si propone un duplice approccio: da un lato, rafforzare i corsi di laurea specialistici e le iniziative di orientamento mirate; dall’altro, democratizzare l’accesso a queste conoscenze mediante l’integrazione di insegnamenti di base sull’IA in tutti i percorsi universitari, inclusi quelli non-STEM. Questa strategia è chiave per una formazione più inclusiva e trasversale.
I corsi, adattati alle specificità di ciascuna disciplina, permetteranno agli studenti di sviluppare competenze critiche per valutare l’impatto dell’IA, analizzarne i processi e utilizzarne gli strumenti in modo creativo nel proprio ambito di studio. Per incentivare questa trasformazione, si propone di collegare parte dei finanziamenti universitari alla percentuale di corsi che includono moduli sull’IA. L’obiettivo finale è preparare una nuova generazione di professionisti capaci di navigare e innovare in un mondo sempre più plasmato dall’Intelligenza Artificiale, indipendentemente dal loro settore di specializzazione.
Promuovendo una comprensione diffusa e una capacità di adattamento essenziali per affrontare le sfide future del mercato del lavoro e della società in generale, questa strategia mira a creare un ecosistema educativo che non solo risponda alle esigenze immediate del mercato, ma anticipi anche le tendenze future. In questo modo, si prepareranno gli studenti a essere protagonisti attivi nell’era dell’IA, dotandoli delle competenze necessarie per prosperare in un ambiente lavorativo in rapida evoluzione.
EDUCAZIONE ALL’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI DI IA
La pervasività dell’IA rende necessaria l’attuazione di un’attività di sensibilizzazione rivolta ai cittadini sul corretto utilizzo delle nuove tecnologie, che promuova l’uso consapevole degli strumenti e delle specifiche applicazioni digitali oggigiorno disponibili.
A tal proposito, risulterà essenziale il coinvolgimento di una molteplicità di “attori” nazionali (amministrazioni pubbliche, istituzioni governative, associazioni, fondazioni, media, etc.), al fine di consentire la massima diffusione di una cultura digitale finalizzata ad un utilizzo consapevole delle tecnologie informatiche, non necessariamente solo confinate all’ambito dell’IA. In particolare, risulterà fondamentale la collaborazione con attori (specie del terzo settore) in possesso di specifiche competenze in queste tipologie di iniziative.
Le iniziative dovrebbero essere messe in atto su più livelli:
(i) contenuti dedicati all’interno di programmi o rubriche televisive o radiofoniche esistenti;
(ii) rubriche informative e continuative su riviste e giornali generalisti;
(iii) pubblicità progresso, con una campagna dedicata ai rischi e alle opportunità dell’IA;
(iv) campagna di affissioni con messaggi emozionali, siti web e social media dedicati, videoclip su social;
(v) eventi da realizzare sul territorio, in collaborazione con associazioni di persone o professionali;
(vi) dibattiti pubblici e discussione sociale informata che coinvolgono i diversi stakeholder anche con il supporto di piattaforme.
Tutte le iniziative saranno coordinate in maniera centralizzata da un comitato tecnico-scientifico, che definirà gli ambiti, i canali e i contenuti.
CORSI ITS FOCALIZZATI SULL’IA
Gli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) rappresentano uno straordinario strumento di “eccellenza” italiana sul piano della formazione di qualità e dell’offerta formativa terziaria professionalizzante, che si colloca all’interno di un sistema consolidato da anni anche in altri paesi europei.
Caratteristiche principali degli ITS:
- Offrono corsi biennali o triennali per diplomati
- Circa 900 ore l’anno di formazione
- Attività laboratoriale e stage presso le imprese
- Classi di circa 30 studenti
Obiettivo degli ITS:
Formare figure con elevate competenze tecnologiche e tecniche professionalizzanti, allo scopo di contribuire in modo sistematico al sostegno delle misure per:
- Lo sviluppo economico
- La competitività del sistema produttivo
- Le aree tecnologiche considerate strategiche nell’ambito delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico
- La riconversione ecologica
Adattamento all’IA:
Queste strutture di formazione dovranno strutturarsi per:
- Erogare corsi specifici sull’IA
- Introdurre la tematica dell’IA nei corsi esistenti
Particolare attenzione dovrà essere prestata al coinvolgimento di:
- Università
- Aziende del settore ICT specializzate nello sviluppo di soluzioni basate sull’IA
Questo approccio permetterà agli ITS di mantenere la loro rilevanza nel panorama formativo, preparando professionisti capaci di affrontare le sfide tecnologiche emergenti, con particolare focus sull’Intelligenza Artificiale.
Architettura del sistema di monitoraggio:
- Utilizzo di KPI quantitativi per monitorare l’efficacia delle singole azioni strategiche
- Valutazione complessiva affidata alla Fondazione per l’Intelligenza Artificiale
- Report annuale con analisi di contesto e valutazione dell’attuazione
- Analisi di KPI per area strategica e di flagship projects rappresentativi
- Utilizzo del metodo Delphi con panel di esperti per produrre valutazioni argomentate
Monitoraggio per area strategica:
Formazione
- KPI: corsi di laurea interdisciplinari con IA, studenti di dottorato in IA, competenze IA nella cittadinanza
Ricerca
- Dati bibliometrici sulla produzione scientifica in IA
- Valutazione delle iniziative su ecosistema ricerca e LMM italiani
Pubblica Amministrazione
- Monitoraggio di flagship projects su:
- Miglioramento accesso e fruizione servizi al cittadino
- Efficientamento procedure amministrative
Imprese
- Dati ISTAT su adozione IA nelle PMI
- Impatto dei facilitatori per PMI
- Numero di startup e imprese attive nello sviluppo di IA
Il sistema prevede quindi un approccio misto quantitativo-qualitativo, con KPI specifici, analisi di progetti rappresentativi e valutazioni di esperti, per monitorare l’attuazione e l’impatto complessivo della strategia IA in modo articolato.
ORGANI REGOLATORI
L’implementazione dell’AI Act europeo comporterà la creazione di un nuovo quadro regolatorio per l’intelligenza artificiale in Italia, centrato su un’Agenzia di vigilanza nazionale. Questa Agenzia sarà chiamata a svolgere un ruolo cruciale, bilanciando le esigenze di regolamentazione con il supporto all’innovazione nel settore dell’IA.
In linea con l’approccio basato sul rischio dell’AI Act, l’Agenzia italiana avrà principalmente funzioni di vigilanza e notificazione. Dovrà assicurare che lo sviluppo, la distribuzione e l’uso dei sistemi di IA nel paese rispettino le normative europee, garantendo al contempo la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.
Un compito fondamentale dell’Agenzia sarà quello di fungere da ponte tra il complesso panorama normativo e gli attori del settore IA. Dovrà fornire supporto e orientamento alle imprese e agli sviluppatori per navigare le nuove regolamentazioni, facilitando così l’adozione e l’implementazione dell’IA nel tessuto produttivo italiano. Questo ruolo di mediazione sarà cruciale per mantenere la competitività del paese nel campo dell’innovazione tecnologica.
L’Agenzia si troverà inoltre a operare in un contesto caratterizzato da molteplici sovrapposizioni normative e di competenze tra diverse autorità esistenti. Sarà quindi chiamata a svolgere un’importante funzione di coordinamento e semplificazione, collaborando strettamente con enti come il Garante privacy, l’AGCM, l’AGCOM, la Banca d’Italia e la Consob. L’obiettivo sarà quello di creare un quadro regolatorio coerente e comprensibile, che non ostacoli lo sviluppo tecnologico.
Particolarmente rilevante sarà la collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), data l’importanza dell’IA nel settore della sicurezza informatica. Pur mantenendo la necessaria indipendenza, le due agenzie dovranno stabilire stretti legami di cooperazione per garantire che i sistemi di IA sviluppati e implementati in Italia soddisfino i più elevati standard di affidabilità, integrità e sicurezza.
In sintesi, l’Agenzia di vigilanza italiana per l’IA si configurerà come un attore chiave nel panorama dell’innovazione tecnologica del paese. Il suo successo dipenderà dalla capacità di bilanciare efficacemente le esigenze di regolamentazione e controllo con quelle di supporto e promozione dello sviluppo tecnologico, contribuendo così a posizionare l’Italia come un player competitivo nel campo dell’intelligenza artificiale a livello europeo e globale.
Conclusioni
In conclusione, la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 rappresenta un passo ambizioso e cruciale per il futuro del nostro paese. Questo documento, frutto del lavoro di un Comitato di esperti di alto livello, delinea una visione chiara per posizionare l’Italia all’avanguardia nello sviluppo e nell’adozione dell’IA.
La strategia copre quattro aree chiave – Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione – con l’obiettivo di creare un ecosistema IA completo e integrato. L’enfasi sulla ricerca e sulla formazione mira a coltivare i talenti di cui abbiamo bisogno, mentre le iniziative per la PA e le imprese puntano a trasformare questi settori attraverso l’IA.
Un aspetto interessante è la menzione di un fondo dedicato all’IA, anche se i dettagli su entità e gestione rimangono da definire. Questo potrebbe essere un elemento cruciale per trasformare le ambizioni in realtà concrete.
La strategia riconosce anche l’importanza di uno sviluppo etico e responsabile dell’IA, in linea con i valori italiani ed europei. Questo approccio potrebbe posizionare l’Italia non solo come un innovatore tecnologico, ma anche come un leader nel campo dell’IA etica e affidabile.
Mentre il documento fornisce una roadmap chiara, il vero test sarà nella sua implementazione. Il successo dipenderà dalla collaborazione efficace tra governo, industria, accademia e società civile.
In definitiva, questa strategia rappresenta un’opportunità entusiasmante per l’Italia. Se attuata con successo, potrebbe non solo stimolare l’innovazione e la crescita economica, ma anche migliorare la qualità della vita dei cittadini e rafforzare la posizione dell’Italia sulla scena globale dell’IA. Il viaggio è appena iniziato, e il futuro dell’IA in Italia sembra più promettente che mai.