- Sommario
Negli ultimi anni lo sviluppo delle intelligenze artificiali, in particolare quelle di matrice generativa, è diventato una vera e propria corsa all’oro in cui si stanno cimentando buona parte delle imprese, dalle start-up innovative ai colossi come Google, Microsoft, Meta e Open AI.
Le potenzialità di queste nuove tecnologie sono già immense e, con gli investimenti multi miliardari in corso, saranno destinate aumentare esponenzialmente e ad efficientare il modo in cui viene svolta l’attività d’impresa.
Tuttavia, uno degli aspetti meno discussi – di cui ci si sta rendendo conto solo recentemente – è proprio il significativo impatto ambientale di queste nuove tecnologie.
La presente circolare, pertanto, si soffermerà sull’analisi dell’inquinamento prodotto dalle intelligenze artificiali, con annesse le conseguenze preoccupanti che ne potrebbero derivare sul lungo periodo e i metodi che potremmo applicare per mitigare questi effetti.
- L’impatto energetico delle AI
Similmente a quanto accaduto qualche anno fa con riferimento all’attività di mining delle criptovalute, di recente si è visto che i sistemi di intelligenza artificiale e, nello specifico, i data centers impiegati per allenarli, consuma una quantità spaventosa di energia elettrica.
Secondo un recente report dell’Agenzia internazionale dell’energia, le criptovalute e le intelligenze artificiali sono responsabili del 2% del consumo globale di energia elettrica, e si stima che tale dato potrebbe crescere fino a raggiungere un consumo superiore a 1.000 TWh entro il 2026.
Per rendersi conto dell’entità del fenomeno che si sta descrivendo, basti pensare che il ricercatore Jesse Dodge dell’Allen Institute, in un’intervista con NPR, ha affermato che una singola query fatta a Chat GPT consuma una quantità di energia sufficiente a tenere accesa una lampadina per circa 20 minuti, dunque si possono ben immaginare gli effetti di milioni di interrogazioni dell’AI che avvengono simultaneamente.
Come se ciò non bastasse, l’allenamento “estenuante” a cui sono sottoposti i sistemi di AI comporta un innalzamento non indifferente delle temperature dei data centers che, per evitare surriscaldamenti critici, vengono refrigerati mediante sistemi di raffreddamento ad acqua molto complessi. Si stima infatti che il sistema di refrigerazione di un data center medio sia di circa 300.000 galloni d’acqua al giorno, ossia l’equivalente dell’acqua consumata su base quotidiana in 100.000 abitazioni private.
- Le emissioni di CO2 in costante innalzamento
L’energia elettrica di cui si è detto nel paragrafo precedente, purtroppo, ad oggi, viene ancora prodotta prevalentemente impiegando fonti non rinnovabili tra cui, ad esempio, il gas naturale ed il carbone. Difatti, l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è una risorsa scarsa, certamente non sufficiente a coprire l’elevatissima domanda di un settore la cui crescita annua stimata a livello globale, di qui al 2030, è del 36.6%.
Questa serie di concause ha portato a degli esiti inevitabili che sono stati messi in luce solamente negli ultimi mesi tra cui, ad esempio, il fatto che leader del mercato tech come Google e Microsoft hanno rispettivamente aumentato le proprie emissioni di CO2 del 49%, dal 2019 al 2023, e del 29%, dal 2020 ad al 2023, allontanandosi di molto dai lungimiranti obiettivi di diventare carbon neutral o, addirittura, carbon negative entro il 2030.
- Le possibili soluzioni
Allo stato attuale pare difficile prospettare delle soluzioni efficaci ed efficienti per mitigare queste problematiche nel breve termine; tuttavia, si possono ipotizzare una serie di rimedi che, a lungo andare, potrebbero sicuramente aiutare a tamponare le difficoltà che stiamo vivendo in questo momento storico così rivoluzionario.
- Efficientamento energetico
Una soluzione, che sta già venendo applicata da Google, è quella di modificare il modo in cui sono strutturati di data centers, gli hardwares e i modelli di intelligenza artificiale. Tra queste innovazioni vi sono, ad esempio, l’adozione di nuove tecniche per l’addestramento degli algoritmi e l’ottimizzazione dei meccanismi di refrigeramento dei servers.
Pare dunque indispensabile, ora più che mai, investire molto in nella ricerca e sviluppo al fine di velocizzare il più possibile questi processi di efficientamento energetico.
- Impiego di energie rinnovabili
Ormai si parla della promozione dell’impiego di energie rinnovabili da lungo tempo e società come Amazon stanno investendo moltissimo anche in Europa per progredire su questo fronte; tuttavia, siamo ancora lontani dal poter soddisfare la domanda di energia elettrica mediante l’impiego esclusivo di questo tipo di fonti. Che sia giunto il momento di riaprire il dibattito sull’utilizzo dell’energia nucleare?
- Regolamentazione
In Europa siamo degli avanguardisti sotto questo punto di vista e, sicuramente, l’applicazione del nuovissimo AI Act produrranno degli effetti anche con riferimento alle tematiche ambientali, pur rischiando di disincentivare gli investimenti esteri all’interno dell’Unione Europea.
Fondamentali sotto questo punto di vista sono anche i sistemi di rating ambientali, sociali e di governance (c.d. ESG) che sono in grado di fornirci delle informazioni dettagliate sull’effettiva sostenibilità di una determinata impresa e sull’impatto che questa potrebbe avere sulla società e/o sull’ambiente.
4.4 Investimenti sostenibili: Carbon offset and credits
Risultano molto rilevanti anche le politiche di Carbon offset and credits mediante cui grandi aziende private quali, ad esempio, Apple, possono acquistare, generalmente da entità governative o enti privati, dei c.d. crediti di carbonio, la cui unità di misura è una tonnellata di emissioni di CO2. Sostanzialmente, in questo modo le aziende acquistano il “diritto a produrre emissioni” ma, allo stesso tempo, sono incentivate ad investire in progetti virtuosi volti a mitigare l’impatto ambientale, in quanto tali attività generano crediti di carbonio che, a loro volta, saranno rivendibili nel mercato secondario.
- Conclusioni
L’inquinamento ambientale causato dall’AI è indubbiamente un problema che va attenzionato sin d’ora. Nonostante i grandi benefici e le opportunità che questi strumenti ci offrono, risulta più che mai necessario bilanciare questi vantaggi con delle best practices aziendali virtuose in grado di ridurre, anche in piccola parte, l’impatto ambientale dell’AI.
Attraverso una combinazione di attività quali la divulgazione, la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e politiche globali appropriate e, perché no, con l’aiuto della stessa AI, sarà sicuramente possibile, in svariati lustri, invertire questa preoccupante tendenza ed avvicinarci verso un mondo realmente carbon neutral.