Le app per la salute femminile, come Clue, Flo, Premom e Stardust, sono strumenti ampiamente utilizzati per monitorare informazioni sensibili come il ciclo mestruale, l’ovulazione e l’attività sessuale. Tuttavia, recenti ricerche hanno evidenziato gravi preoccupazioni riguardo alla gestione della privacy dei dati da parte di queste applicazioni.
Un team di ricercatori nel Regno Unito ha analizzato 20 app popolari per la salute femminile disponibili sui Google Play Store di Stati Uniti e Regno Unito. Hanno riscontrato “pratiche problematiche, comprese incoerenze” nelle politiche di privacy dei dati. Il 35% delle app esaminate presentava politiche contraddittorie riguardo alla condivisione dei dati personali con terze parti. Inoltre, è emerso che in molti casi i dati degli utenti potrebbero essere accessibili alle forze dell’ordine o alle autorità
Le preoccupazioni relative ai rischi per la privacy sono aumentate dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nel giugno 2022 di ribaltare Roe v. Wade, che garantiva il diritto all’aborto nel paese. Questa decisione ha sollevato timori riguardo alla possibilità che i dati raccolti dalle app possano essere utilizzati per criminalizzare le donne che cercano un aborto .
Lisa Malki, prima autrice dello studio e dottoranda presso l’University College di Londra, ha sottolineato che gli sviluppatori di app tendono a trattare i dati relativi al ciclo mestruale e alla fertilità come “un altro dato” piuttosto che come informazioni altamente sensibili. Ha evidenziato l’importanza di adottare pratiche che promuovano un approccio umanistico e attento alla sicurezza nello sviluppo delle tecnologie sanitarie [3].
I ricercatori hanno concluso che c’erano “diverse incoerenze, nonché pratiche problematiche sulla privacy che vedevano i dati trasmessi attraverso complesse catene di terze parti”. Le carenze identificate includevano l’elaborazione dei dati non essenziali spesso abilitata per impostazione predefinita, meccanismi di opt-out poco chiari o complessi, e schermate di controllo della privacy accessibili solo attraverso interazioni non intuitive [4].
La dott.ssa Ruba Abu-Salma del King’s College di Londra ha affermato che richiedere agli utenti di divulgare informazioni sensibili come precondizione per l’eliminazione dei dati è una pratica di privacy estremamente scarsa con implicazioni disastrose per la sicurezza. Ha aggiunto che questa pratica rimuove qualsiasi forma di consenso significativo offerto agli utenti
Secondo il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), i dati relativi alla salute, alla vita sessuale o all’orientamento sessuale sono considerati “sensibili” nei paesi dell’UE e nel Regno Unito e dovrebbero essere gestiti con un ulteriore livello di protezione. Tuttavia, le app per la salute femminile spesso non rispettano questi standard, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti
In conclusione, è essenziale che gli sviluppatori di app per la salute femminile riconoscano i rischi specifici per la privacy e adottino pratiche che garantiscano la protezione dei dati sensibili. Solo così sarà possibile evitare che le informazioni raccolte possano essere utilizzate per scopi dannosi o discriminatori